martedì 5 novembre 2019

La coscienza di Zeno - Italo Svevo: molto più che un classico

Trieste, inizi del 900.
Zeno Cosini è un uomo nevrotico, depresso, un malato immaginario che riversa sul prossimo le proprie idiosincrasie.
Cresce in una famiglia benestante, non si impegna negli studi, passa più volte dalla facoltà di Giurisprudenza a quella di Chimica senza decidersi a portare a termine l'impegno preso.
Fumatore incallito, giocatore di carte annoiato, donnaiolo all'occasione, vive della rendita di posizione garantitagli dal padre commerciante.
Suo padre ha talmente poca fiducia in lui da mettergli alle calcagna un amministratore fiduciario - l'Olivi - la cui presenza è - anche dopo la morte dei genitori  - la condizione perché Zeno possa fruire del cospicuo patrimonio di famiglia. 
Zeno passa la sua giovinezza dividendosi fra i café chantant triestini, i tentativi di apprendere dal suo tutore i segreti del commercio, le speculazioni finanziarie mal riuscite, i debiti prontamente coperti dall'Olivi, le mattinate a fumare e disquisire sul nulla presso il Palazzo della Borsa.
Accolto in casa come un buon amico da un ricco mercante, il poco raffinato Giovanni Malfenti, Zeno ne sposa una figlia, non prima di avere tentato di impalmare la sorella minore ben più attraente.
Augusta, che sposa per non essere escluso dalla frequentazione di casa Malfenti e che peraltro gli rimane accanto tutta la vita, lo ama immeritatamente di un amore intenso, fedele, quasi materno.
Le nevrosi fanno di Zeno un uomo eternamente insoddisfatto, geloso del cognato - Bruno Speier - colpevole di avergli sottratto la bella Ada, infatuato ed assoggettato al fascino sensuale della popolana Carla, un'aspirante cantante che diventa la sua amante. Alla vigilia della Grande Guerra un affare mal riuscito getta lui e Bruno Speier sull'orlo della bancarotta.
Sotto forma di diario la cui scrittura è suggerita dal medico psicanalista cui da ultimo si è rivolto - il misterioso Dottor S. - Zeno ci racconta le origini dei suoi malesseri psicosomatici, della sua dipendenza dal tabacco, dell'inclinazione al tradimento e dell'inettitudine lavorativa.
Zeno è un personaggio estremamente contemporaneo, vinto dalle sue debolezze, indolente e vanesio, senza una personalità, vittima di se stesso e della scarsa determinazione che mette in tutto ciò che progetta; un uomo viziato, che non ha mai saputo veramente superare l'adolescenza e che si fa travolgere dalla vita piuttosto che farsene protagonista.
La psico-analisi - così la chiama Svevo - è poco più che una trovata, l'ultima moda, che addirittura paragona allo spiritismo per l'aleatorietà dei metodi e dei risultati: il suo personaggio vi si sottopone come ultima spiaggia, salvo capire ben presto che buona parte della fantomatica cura e della presunta guarigione che il Dottor S. gli propina non è che il frutto di autoconvincimento.
Mentre l'ombra dell'antisemitismo si addensa ed i venti di guerra spirano sul mondo occidentale, Zeno si fa interprete di questioni che attanagliano la sua generazione, e non solo: la medicina che non sa guarire tutte le malattie, l'ansia quale prodotto del benessere, i dubbi sulla capacità dell'umanità di condurre la scienza e la tecnica a scoperte declinate per il bene dell'uomo e non per la distruzione dello stesso.
CAPOLAVORO PSICANALITICO 📖📖📖📖📖

Il libro in una frase
"La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure"

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