mercoledì 29 gennaio 2020

I Giovedì della Signora Giulia - Piero Chiara

Avevo voglia di tornare a leggere Piero Chiara da un po' di tempo. Un autore che ho molto amato e di cui ho letto molto. 
Questo suo racconto è stato pubblicato nel 1970, il mio anno di nascita, ed è la presceneggiatura (così viene definita nella prefazione del libro a mia disposizione, una vecchia edizione del 1997) dell'originale televisivo andato in onda sulla RAI quello stesso anno.
E' un piccolo poliziesco perfetto, alla Simenon, al quale per inciso Piero Chiara non ha niente da invidiare: classico nell'impostazione, ottimo quanto a ritmo per la trasposizione televisiva.
L'ambientazione è quella solita lacustre dei romanzi di Chiara, che scrive di luoghi - la zona a nord di Varese, il lago Maggiore, il Canton Ticino - che conosce bene sia geograficamente che antropologicamente.
Piero Chiara è stato per anni cancelliere presso la Pretura mandamentale di Luino, un'amena località turistica - ancora pochi anni fa - disagevole da raggiungere in macchina. Un'enclave svizzera in Italia: il confine del confine, lo definirei, i cui abitanti si sentono più svizzeri che italiani.
Una provincia molto benestante, una zona tranquilla, operosa, che ha goduto e tuttora gode dei benefici legati alla vicinanza con la Confederazione Elvetica. Una società civile - nell'interpretazione che ne dà questo autore - attenta all'apparenza, al rispetto delle regole e delle formalità non meno che a nascondere i propri vizi privati inconfessabili. 
Il dottor Sciancalepre - napoletano trapiantato al Nord per motivi di servizio, ma ormai assimilato alla cultura locale -  è il Commissario di Pubblica Sicurezza presso il Commissariato della cittadina di M. "nell'Alta Lombardia" (.... Luino? Maccagno?), ridente borgo che affaccia sulle rive del Lago Maggiore.
Una mattina viene avvicinato dall'avvocato Esengrini, decano del locale foro, il quale lo informa della misteriosa sparizione della moglie Giulia. 
Giulia è molto più giovane del marito, è bella e insoddisfatta, soffocata da un legame che non la gratifica più da tempo, con un uomo da lei generazionalmente lontano. Appena la figlia  Emilia viene iscritta alle scuole superiori presso le Orsoline di Milano, ne approfitta per organizzare ogni giovedì una trasferta nel capoluogo di regione, con la scusa di far visita alla piccola: una boccata di ossigeno  e vitalità in un'esistenza grigia, agiata ma senza stimoli.
Il marito sospetta - è più di un sospetto in effetti - che la stessa intrattenga relazioni sentimentali o pseudo tali anche con altri uomini.
Giulia però - ora - è scomparsa senza lasciare biglietti o preavvertire, con due valigie di modeste dimensioni, pochi abiti, i documenti e la trousse con i gioielli: un piccolo patrimonio, in effetti.
Inizia una spasmodica ricerca da parte del Commissario Sciancalepre, il quale da subito intuisce che dietro alla sparizione si nasconde un omicidio con conseguente occultamento di cadavere.
Ingaggia una battaglia con se stesso e con la burocrazia del tempo, sobbarcandosi trasferte e supplementi di indagine, per arrivare alla soluzione del mistero e si trova a fare i conti con una serie di personaggi implicati e, per diversi aspetti, tutti sospettabili.
Il marito di Giulia, mosso da gelosia nei confronti degli spasimanti della moglie; Demetrio, il giardiniere di casa, che nel corso delle pagine si scopre essere invaghito sentimentalmente della bella signora; l'ingegner Fumagalli, giovane belloccio in grande ascesa sociale, semplice amico di Giulia che successivamente si innamora della figlia degli Esengrini, che sposerà; infine Bersanti Luciano - di professione agente di commercio nel ramo vernici - l'amante di turno al momento della scomparsa della donna, con cui la stessa si incontra il giovedì, in un anonimo caseggiato di Viale Premuda a Milano.
Dopo alcuni anni dalla scomparsa, per una serie di fortunose coincidenze, il cadavere della donna viene ritrovato nel giardino della villa di famiglia, l'antico palazzo Zaccagni-Lamberti.
Le indagini si riaprono ed anzi viene impressa loro un'accelerazione quando l'avvocato Esengrini viene raggiunto da ordine di carcerazione con l'accusa di omicidio volontario della moglie.
Sarà Esengrini - vecchia volpe del diritto - a condurre una caccia al tesoro con gli inquirenti per farli arrivare alla soluzione del mistero, giungendo a dimostrare non tanto la propria innocenza, quanto l'assenza dei presupposti per una condanna al di là di ogni ragionevole dubbio, come il codice impone.
Nelle pieghe del diritto, che non necessariamente coincide con la Giustizia in senso filosofico, Esengrini troverà l'escamotage per uscire impunito, e con le scuse dell'apparato giudiziario, dal vicolo cieco in cui il ritrovamento del cadavere della moglie lo aveva gettato.
Piero Chiara si dimostra, una volta ancora, un raffinato conoscitore dei tecnicismi del diritto e delle zone d'ombra dell'animo umano, quelle più vergognose, e con questo racconto ci offre spunti di riflessione immediata, osservazioni sagaci e mai ovvie, impiegando un linguaggio modernissimo, di grande contemporaneità.
Da leggere e rileggere, assolutamente.
PROFONDO E CONTEMPORANEO 📖📖📖📖📖

Il libro in una frase
"La giustizia è un robot senza cuore né intelligenza: colpisce a seconda della carica che ha avuto. E la carica è costituita dalle prove. Dobbiamo mettere nello stomaco le prove sicure, i documenti, le testimonianze certe. Allora colpisce giusto"

mercoledì 22 gennaio 2020

L'uomo perduto - Jane Harper

L'uomo perduto - Jane Harper - Bompiani 2020

In questi giorni i media ci informano senza sosta sulla catastrofe che si sta consumando in Australia, il cui territorio è stato colpito da incendi che hanno devastato l'ambiente naturale ed antropico, provocando vittime e distruggendo, per centinaia di chilometri, un ecosistema delicatissimo ed unico, di incomparabile bellezza.
Questo romanzo di Jane Harper racconta una storia che si colloca proprio in quei luoghi selvaggi, nell'outback australiano, precisamente a Balamara, nel New South Wales, una terra aspra e selvaggia, con un clima torrido, in cui è la natura che domina: l'uomo deve adattarsi all'alternarsi fra stagioni di piogge e periodi siccitosi, vivendo isolato in proprietà che distano le une dalle altre diverse ore di viaggio, in cui le merci arrivano solo periodicamente, i ragazzi frequentano scuole online e per curarsi esistono solo presìdi che fungono da dispensari di medicinali dove tuttavia manca la presenza fissa di personale sanitario. Il progresso, in quei luoghi, si è fermato.
L'uomo nell'outback deve fare i conti con le più ancestrali paure per gli elementi naturali, che dominano la sua vita e la condizionano. 
Il minimo errore nel gestire la propria esistenza (un guasto in auto, un allontanamento a piedi non segnalato) può determinarne la morte.
E' quello che succede a Cameron Bright - membro stimato della comunità di allevatori di Balamara - che, contravvenendo agli accordi col fratello Bub col quale si sarebbe dovuto incontrare per riparare un ripetitore radio, viene trovato morto, letteralmente arso da un sole assassino che non lascia scampo agli ingenui.
Il suo cadavere giace in una remota ed inquietante località, ove si erge la lapide di un misterioso mandriano che la leggenda vuole deceduto in circostanze simili: la tomba del "mandriano fantasma" è il luogo di un macabro pellegrinaggio, addirittura segnalato sulle guide turistiche. 
Cameron ha due fratelli: Bub - un giovane che mai si è affrancato dall'adolescenza e che sopporta con difficoltà la sua condizione di sottoposto al volere del fratello maggiore - e Nathan, che vive in una proprietà limitrofa, cedutagli dal suocero come dono di nozze e rivelatasi inospitale e completamente arida.
Se Bub è un sempliciotto, Nathan è un disadattato: anni prima è stato infatti bandito dalla comunità per non aver prestato aiuto all'ex suocero lasciandolo sofferente a margine di una strada con il veicolo in panne, senza chiedere aiuto, così rischiando di provocarne la morte: un comportamento del tutto inaccettabile in un contesto naturale ed umano come quello che l'autrice ci descrive.
Da allora la vita di Nathan è precipitata nella solitudine, acuita dal divorzio e dalla battaglia legale per la custodia del figlio Xander, che vede raramente dopo il trasferimento del ragazzo a Brisbane con la madre ed il nuovo compagno di quest'ultima.
Nathan è un perdente, un reietto, a differenza del defunto fratello, ed è segnalato alle autorità sanitarie come potenzialmente soggetto ad atti di autolesionismo: ha patito l'allontanamento forzato del figlio, è stato isolato da amici e parenti, si è lasciato scappare l'unica possibilità di essere felice nuovamente quando non ha avuto la forza di coltivare un amore acerbo, nato per Ilse, poi finita tra le braccia di Cameron diventandone la moglie.
La morte di Cam innesca una vicenda successoria che potrebbe essere complicata: la sua quota ereditaria va alle figlie, Lois e Sophie, ancora in tenera età, di cui la moglie Ilse sarà tutrice. 
Nathan, rimasto lontano dalla proprietà per oltre dieci anni, si rende subito conto che l'atmosfera della famiglia è strana, innaturale di fronte ad una tragedia di tali proporzioni, quasi che gli accertamenti da svolgere da parte della polizia risultino un atto di superflua invadenza: tutti tendono ad avvalorare la tesi di un suicidio attribuibile ad un periodo di particolare stress.
Nessuno sembra veramente interessato a scavare a fondo ma - cosa ancor più grave - nessuno pare soffrire troppo per la perdita. Nessuno tranne Liz - la madre - che, trasfigurata dal dolore, si isola nel suo inconsolabile lutto.
Da subito Nathan si rende conto che le modalità della scomparsa del fratello e poi del suo macabro ritrovamento sono molto dubbie: un esperto come Cam non avrebbe mai commesso la leggerezza di scendere dal proprio fuoristrada (equipaggiato per le emergenze con acqua e vettovaglie), perfettamente funzionante, per avventurarsi nel nulla: avrebbe atteso i soccorsi con il condizionatore acceso, ben sapendo che il corpo umano non può resistere al calore del sole australiano che per pochi minuti. Neppure è chiaro il motivo del ritrovamento del fuoristrada così lontano dal cadavere, che giace sulla lapide del "mandriano fantasma": oltretutto, il terreno appare parzialmente smosso nei pressi del tumulo funebre, come se negli ultimi attimi di vita Cameron avesse tentato di dissotterrare qualcosa.
Inizia un'indagine serrata che Nathan, suo malgrado, conduce sentendosi investito del ruolo di capofamiglia. Lo porterà a fare i conti con il proprio passato ed a maturare nuove consapevolezze: chi era veramente Cameron? Era l'uomo integerrimo che voleva mostrare agli altri? Perché Ilse, la sua vedova, pare così fredda ed anaffettiva nel ricordare il marito? Che ruolo può avere avuto nella vicenda Harry, il tuttofare della famiglia Bright da anni impiegato nella loro tenuta, quasi un "nume tutelare" della stessa?
I sospetti, in prima battuta, si concentrano su Jenna, la ragazza che tempo addietro aveva accusato Cameron, ancora adolescente, di violenza sessuale: una brutta vicenda, finita nel nulla, insabbiata in virtù della stima della comunità locale per la famiglia Bright.
La verità è molto lontana, affonda le radici nel passato dei Bright, ed in particolare nel rapporto patologico che legava i tre fratelli e la dolcissima Liz al padre Carl: un uomo prepotente, arrogante, prevaricatore e violento, un vero manipolatore narcisista. 

L'ambientazione esotica e attuale, fatta di una natura madre e matrigna - forse l'aspetto più pregevole del libro - il continuo richiamo alle leggende locali più oscure ed inquietanti, il ritmo narrativo serrato, ricco di flash back sul passato dei protagonisti, fanno di questo romanzo una lettura intensa ed evocativa, a metà strada fra la saga familiare, il thriller psicologico e quello più propriamente d'azione.

Il libro in una frase

"Nathan, la gente fa sempre finta che vada tutto bene. Ogni giorno e per anni addirittura. ... La vita è dura da queste parti. Tentiamo tutti di sopravvivere meglio che possiamo. Ma credimi, non c'è una singola persona qui che non stia mentendo riguardo a qualcosa"

venerdì 17 gennaio 2020

Cambiare l'acqua ai fiori - Valérie Perrin

Violette Trenet è la custode del cimitero di Brancion en Chalon, un piccolo centro della Borgogna. Vive sola nella casa annessa al cimitero stesso. E' stata abbandonata dal marito.
I suoi amici sono il parroco, i necrofori e gli impiegati delle locali pompe funebri.
Violette è una donna inconsueta, che ha una doppia vita: sotto agli abiti dalle tinte spente, seriosi ed adatti al suo ruolo, porta vestiti a fiori vivaci.
Le sue stanze private - a differenza del serioso ed impersonale locale aperto al pubblico - sono delle bomboniere tutte pizzi e colori pastello. Ed è pure una bella donna, sempre curata, coi capelli elegantemente raccolti. Ama il giardinaggio e gli animali, soprattutto i gatti abbandonati. Ha una parola di attenzione per tutti e tiene un registro in cui annota per sommi capi le cerimonie di commiato e i discorsi in memoriam, alcuni di poetica bellezza:
"Ho subito sentito la necessità di lasciare qualche traccia dell'ultimo istante perché niente andasse perduto. Quelli che non avevano potuto partecipare a causa del dolore, di un dispiacere, di un viaggio, di un rifiuto o di un'esclusione avrebbero trovato qualcuno che c'era stato e aveva testimoniato, raccontato"
Questa è - tuttavia - la seconda parte della vita di Violette.
La donna discreta ed elegante che gli utenti del camposanto - per così dire - conoscono, nasconde un passato da eroina di romanzo dell'Ottocento.
E' stata abbandonata alla nascita ed è vissuta tra case famiglia e coppie affidatarie. Si è legata da ragazzina a Philippe Toussaint, un uomo fragile ed inconsistente, un casanova da strapazzo, che ha sfruttato la sua innocenza ed in cambio di un po' di affetto ne ha fatto la propria serva. L'ha tradita continuamente e si è fatto mantenere. I due trovano un impiego da casellanti a Malgrange, paesino del nord est francese, nei pressi di Nancy, e passano alcuni anni crescendo la piccola Léonine, figlia adorata da Violette e - a modo suo - anche da Philippe. Sono, per entrambi, anni di inconsapevole felicità.

Violette impara ad amare grazie alla piccola Léo e all'incontro con Célia - la prima amica della sua vita - e lentamente colma i propri vuoti: reimpara a leggere insieme alla sua bimba, appassionandosi ai romanzi fra cui in particolare Le regole della casa del sidro di John Irving.
Un libro meraviglioso - dico io - che racconta la vita di un orfano in uno sperduto istituto della provincia americana: è evidente il transfer che Violette opera sul protagonista, Homer Wells, così come l'affetto che le suscita il personaggio di Wilbur Larch - il medico e direttore della struttura che adotta moralmente il ragazzo.

La morte della piccola Léo si abbatte sull'equilibrio instabile della famiglia e fa precipitare nell'abisso della disperazione i genitori. Violette e Philippe si allontaneranno irrimediabilmente: ciò che li aveva uniti - l'amore per la figlia - non esiste più. Anche la spasmodica ricerca della verità - al di là delle risultanze processuali - li porta a condurre indagini separate, quasi che fossero i protagonisti di due tragedie diverse. Solo la disperazione li accomuna.

Inizia la seconda parte dell'esistenza di Violette perché - suo malgrado - la vita è più forte di tutto, anche del peggiore e più intenso dei dolori; Sacha - il suo predecessore nel ruolo di custode del cimitero, dove riposa la stessa Léo - e poi Julien, che incontra tra le tombe mentre depone le ceneri della madre sulla lapide dell'antico amante, le faranno capire che esiste ancora un'occasione per essere felice e che con il dolore si può convivere quando questo - a tempo debito - si trasforma in un dolce struggimento.

La protagonista femminile mi ha inevitabilmente evocato quella de L'eleganza del riccio: ma a differenza di Renée, la Violette di Cambiare l'acqua ai fiori non è una donna che si nasconde dietro la sciatteria nel vestire e l'uso di un linguaggio molto al di sotto della propria cultura. Non ha paura del mondo e del giudizio delle persone, non accompagna i suoi monologhi interiori ad alcun pessimismo cosmico: ha perso tutto ma è diventata forte.
Violette ha imparato ad amarsi. Sa di avere un suo fascino: dismessi gli abiti della custode (quelli riposti "nell'armadio inverno") che indossa per i visitatori affranti, con chi la conosce intimamente è spiritosa, brillante e a proprio agio, come chi dopo il più grande dei dolori abbia deciso di non negarsi l'opportunità di amare.
"I rimpianti non durano a lungo, preferisco rievocare i bei ricordi, continuare a vivere con quel che di felice mi ha lasciato"
La passione che mette nella cura del  piccolo orto e dei fiori - seguendo attentamente le indicazioni del suo predecessore Sasha - diventa la metafora della vita che rinasce dopo il passaggio per il più inaccettabile dei dolori.
"Priorità del mese: innaffiare. Bisogna innaffiare perché la frescura si mantenga tutta la notte, e non troppo presto, sennò la terra è ancora calda e l'acqua evapora subito. Innaffiare troppo presto è come fare un buco nell'acqua" 
Una scrittura delicata e femminile, molto coinvolgente, che tocca le corde più intime senza sentimentalismo. L'autrice racconta - di ogni personaggio - l'evoluzione, arrivando a modellare pienamente la complessità degli stessi, quasi a volerci suggerire che di fronte ad una tragedia ognuno ha il suo modo di elaborare la sofferenza: chi attraversandola per poi uscirne dandosi una nuova occasione, chi negandola e rimanendo irrimediabilmente avviluppato in una rete di recriminazioni sterili.

Il libro in una frase
"Bisogna che il buio aumenti perché appaia la prima stella"

venerdì 10 gennaio 2020

Una fottuta storia - Bernard Minier

UNA FOTTUTA STORIA - Bernard Minier, Baldini&Castoldi 2019

articolo pubblicato su http://www.milanonera.com/una-fottuta-storia/ il 10/1/20

Henry Walker è un sedicenne come molti. Vive a Glass Island nello Stato di Washington, un tranquillo arcipelago, meta di turismo estivo e - per la restante parte dell'anno - luogo pressoché disabitato, di una bellezza incontaminata. La popolazione locale è ridotta al minimo, tutti si conoscono, la vita degli autoctoni è scandita dagli orari dei traghetti che collegano le isole alla terraferma.
Seattle vista da lì è una sorta di eldorado, lontana anni luce.
In realtà Henry si è trasferito a Glass Island solo all'età di dodici anni, insieme alle sue due madri, Liv e France, una coppia omosessuale che lo ha adottato quando era poco più di un neonato, e che con lui ha viaggiato attraverso l'America, senza trovare mai una sistemazione che non fosse temporanea e precaria.
Le madri di Henry nascondono un segreto nel loro passato, che coinvolge il figlio adottivo e che le porta ad imporre al ragazzo di mantenere un low profile: mai una foto sull'annuario scolastico, nessun account sui social, nessun album dei ricordi di famiglia.
Quando la fidanzata di Henry, Naomi Sanders, viene ritrovata morta impigliata in una rete da pesca su una spiaggia desolata, tutti i sospetti si concentrano sul ragazzo che cercherà - con il proprio gruppo di amici - di trovare il vero colpevole.

Henry non tarderà a rendersi conto che la sua intera esistenza è una maschera che nasconde aspetti a lui non noti: chi è la sua vera madre? Perché un investigatore privato è sulle sue tracce e lo pedina con discrezione? Chi lo ha ingaggiato? Ed infine chi è quel misterioso Grant Augustine di cui Liv e France parlano in tono cospiratorio, quasi che il suo solo nome evocasse inenarrabili fantasmi?

Con "Una fottuta storia" Bernard Minier intende riproporci alcuni archetipi e temi tipici del thriller contemporaneo: fra i primi, il tycoon senza scrupoli che vuole scalare la Casa Bianca, l'investigatore privato alla Chandler, brillante ma disincantato, il poliziotto corrotto, gli amici d'infanzia legati da un patto di fratellanza romantico ed indissolubile; fra i secondi l'uso distorto dei mezzi di informazione, che con il loro tribunale mediatico condannano inappellabilmente il sospettato ideale, i pericoli del dark web, i Servizi di sicurezza nazionale che spiano la vita degli ignari cittadini. E potremmo continuare.
E' lo stesso Minier a chiarirci, nei ringraziamenti finali, che il suo è un sentito omaggio al thriller d'oltreoceano ed al cinema di quel genere.
Sono pregevoli le descrizioni dei luoghi, molto evocative: la natura è protagonista essa stessa, talvolta alleata talaltra nemica di Henry nella sua lotta per la sopravvivenza.
Buono anche il ritmo che rende il racconto vivace, fino al colpo di scena finale, per quel che mi riguarda inaspettato.
Lodevole è l'intento di far pensare il lettore, intrattenendolo su una questione di stretta attualità: la legittimità dei sistemi di controllo delle attività web, con numerosi appigli a fatti di cronaca recente, dal caso Snowden ai vari scandali che hanno coinvolto i candidati politici americani durante le passate tornate elettorali.
Anche la collocazione del giovane protagonista in un nucleo familiare omosessuale è interessante, non convenzionale e sintomatica di un'apertura ad un più ampio concetto di genitorialità.
"Una fottuta storia" è infine un romanzo sull'adolescenza e sul passaggio doloroso all'età adulta.
Tuttavia, il racconto dell'interiorità del protagonista non è del tutto convincente, o quantomeno è sacrificato sull'altare del romanzo d'azione: si attribuiscono ad Henry, che resta pur sempre un sedicenne, considerazioni etiche non di poco momento, sulla pervasività dei media e sul sacrificio della privacy individuale imposto dalla ragion di stato, elucubrazioni che sarebbero più alla portata di un massmediologo o di un filosofo.
Una maggiore introspezione psicologica avrebbe reso - da ultimo - più verosimili anche i comprimari che restano, irrimediabilmente, sullo sfondo.

Il libro in una frase
"Quest'isola che pensavamo di conoscere, che abitavamo da così tanto tempo, ci rivelava a poco a poco degli aspetti più sotterranei, più sinistri ... Sollevando sempre degli interrogativi: Naomi mi sospettava di essere il ricattatore? O lo era lei? Era già stata vittima di un ricatto? 'La notte ci attende', aveva detto il sacerdote in chiesa. Si sbagliava: la notte era già lì"

Verso Nord -Willy Wlautin

VERSO NORD Autore: Willy Vlautin Editore: Jimenez – Collana Narrativa Anno edizione: 2022 Anno prima edizione in lingua originale:...