venerdì 31 luglio 2020

Gli scomparsi - Alessia Tripodi


Lucia Pacinotti è un neocommissario al primo incarico. Da Torino si trasferisce in Abruzzo e lì si imbatte in un caso particolarmente inquietante. Un giovane poco più che ventenne, viene intercettato casualmente mentre vaga in un bosco in condizioni di alterazione psicofisica: racconta di avere sempre vissuto con "il Padre", il cui cadavere con segni di orribili mutilazioni viene scoperto sotto un tumulo di pietre.
Il dubbio degli inquirenti è che il ragazzo sia stato rapito da bambino e cresciuto nel più totale  isolamento dall'uomo trovato ucciso.
Tutti i sospetti si concentrano su questo "ragazzo della foresta": Leone, così dice di chiamarsi, si esprime per frasi fatte, chiaro segno di un indottrinamento religioso che lo ha condotto a temere il contatto con il consesso umano, colpevole di essersi allontanato dai comandamenti di Dio per inseguire le lusinghe del Diavolo.
Lucia chiede aiuto a un vecchio amico, ex studente di criminologia e attualmente traduttore dal tedesco di manuali tecnici, con cui ha avuto anche una breve liason sentimentale durante gli anni dell'università.
Si tratta di Marco Lombroso, discendente del più celebre professor Cesare Lombroso, il padre della teoria del "delinquente nato", secondo cui ogni criminale è identificabile attraverso la mappatura delle sue caratteristiche somatiche.
Uno studioso quanto mai discusso il professor Lombroso che - in anni in cui iniziava a diffondersi la psicanalisi - riteneva di poter spiegare l'inclinazione al reato attraverso meri rilievi antropometrici. Marco fin da ragazzino prova un'intensa fascinazione per gli scritti e le ricerche del suo avo, ritrovati in vecchi bauli nella soffitta di casa; inizia a sua volta a studiare i più famosi casi della cronaca nera contemporanea, nella speranza di riuscire a compilare un dizionario delle menti deviate.
Marco vorrebbe anche riabilitare la memoria di Cesare, il quale per primo intuì l'importanza dell'analisi della scena del crimine, della repertazione e della profilazione dei colpevoli: sarà un suo allievo - il medico astigiano Salvatore Ottolenghi - a fondare, sulla scorta dell'esperienza maturata con Lombroso, la Scuola Superiore di Polizia.
Grazie all'aiuto di Marco Lombroso - membro informalmente aggiunto alla task force appositamente creata dagli alti vertici della Polizia di Stato - Lucia farà luce sul mistero del ragazzo della foresta.
Le indagini arriveranno a identificare una realtà di violenza e sopraffazione ben più diffusa e pervasiva.
Ritmo intenso, dialoghi serrati, il tutto condito dall'attrazione sensuale che unisce Lucia a Marco, fanno di questo thriller - frutto di una approfondita conoscenza dei casi di sparizione di minore - un inquietante viaggio nei meandri della psiche umana e una sceneggiatura perfetta per una serie televisiva.
INQUIETANTE, CRIMINOLOGICO 📖📖

lunedì 20 luglio 2020

Paolo Nori - Che dispiacere

Paolo Nori, scrittore, traduttore dal russo, blogger e animatore culturale, con "Che dispiacere" si cimenta nel genere noir.
Bernardo Barigazzi è uno scrittore di discreta fama, ha diversi  libri alle spalle ma decide di darsi al giornalismo e avviare una curiosa rivista chiamata "Che dispiacere", da pubblicarsi solo dopo le sconfitte della Juve.
In quelle rare occasioni, Bernardo e la sua piccola redazione, tutti rigorosamente muniti di pseudonimo per sfuggire alle ire della tifoseria bianconera, danno libero sfogo al proprio talento letterario commentando la partita e in generale il mondo che ruota attorno al calcio e alla Vecchia Signora.
Barigazzi è un uomo solo, dopo la tragica e prematura scomparsa della moglie, uccisa da un automobilista mentre attraversava la strada, e sta imparando a fare il padre single di una ragazzina appena adolescente. E' soverchiato dalla nostalgia lancinante per l'assenza della moglie, con cui aveva un rapporto vivace e non privo di incomprensioni, che alla luce della prematura fine ora gli appaiono insignificanti.
L'assenza - forse - potrebbe colmarla una ragazza conosciuta in un caffè, barista con la laurea in filosofia: è un rapporto che non pare assistito dalla fortuna e non decolla per colpa dei più vari contrattempi.
Uno fra questi "contrattempi" riguarda la morte di un ultrà che lo stava pedinando fuori casa e che viene misteriosamente trovato sulle tribune di un campo di rugby con un coltello nel cuore e un'impronta di scarpa stampata sulla schiena.
Da qui parte un turbinio di accadimenti che travolgeranno Barigazzi, mettendolo anche sotto la lente di ingrandimento delle indagini condotte dal Commissario Belpoliti - appassionato compilatore di sudoku e marito dalle elastiche vedute in tema di fedeltà coniugale - e del vice ispettore De Crescenzo, laureato all'Università telematica e aspirante investigatore di razza.
Sullo sfondo - decisamente coprotagonista - Bologna, i suoi monumenti, le piazze, i portici, i caffè all'aperto, divisa tra la tradizione millenaria di centro universitario d'eccellenza e il presente di città multietnica e multiculturale.
L'approccio al lettore è spiritoso, divertente, mai banale o sopra le righe: l'intreccio è pieno di ritmo, Nori destruttura il classico plot del poliziesco, lo scompone e ricompone a modo suo, riuscendo ad avvincere il lettore sin dalle prime pagine. 
La lingua è contemporanea, i dialoghi sono brillanti e rendono perfettamente il senso di precarietà che caratterizza i nostri giorni, in bilico fra la speranza per un futuro migliore e la piena consapevolezza dei problemi che affliggono il presente. 
Quanta saggezza nelle osservazioni di questi personaggi, pedine mosse dal Fato su una scacchiera quanto mai variegata di situazioni, drammi, contrattempi, infinite possibilità e occasioni mancate che è la vita di tutti noi.
E quanto mestiere ci vuole per far riflettere il lettore con un romanzo così ironico. Bravissimo Nori. Speriamo che sia solo il primo volume di una serie dedicata a Barigazzi & Co.

Il libro in una frase
"Son così belle, aveva scritto Barigazzi, le cose che non sono finite: un libro, da finire, un film, da finire, una cattedrale, da finire".

IRONICO, PROFONDO, CONTEMPORANEO 📖📖📖


http://www.milanonera.com/paolo-nori-che-dispiacere/

mercoledì 1 luglio 2020

Artusi. Il bello e il buono - Ketty Magni



In occasione del bicentenario della nascita, esce questo gustoso romanzo sulla vita di Pellegrino Artusi (1820-1911), che ci svela il lato privato e meno conosciuto del famoso letterato gastronomo.
Nato a Forlimpopoli da una famiglia di commercianti, Pellegrino Artusi, già avanti con gli anni, dopo un paio di tentativi poco riusciti come autore di testi di critica poetica, decide di riunire in un unico volume tutta la sua esperienza in campo gastronomico, trascrivendo ricette delle principali tradizioni regionali e dando alle stampe una raccolta che va sotto il nome di "La scienza in cucina e l'arte del mangiar bene".
Il titolo di per sé è una dichiarazione di intenti in chiave positivistica: Artusi è un cultore della scienza in cucina, sperimenta e riproduce tutto ciò che inserisce nella sua raccolta, annotando con attenzione certosina le dosi, i tempi di preparazione e corredandola di curiosità. Non solo. E' un propugnatore dell'idea (così moderna) di "benessere a tavola": l'alimentazione corretta per Artusi è uno stile di vita, un prezioso aiuto alla salute e alla longevità.
Il neonato Regno d'Italia, scaturito dalle sommosse risorgimentali che lungo tutto il XIX secolo hanno scosso la penisola e l'Europa intera modificandone i delicati equilibri, vede nell'opera di Artusi uno strumento di unificazione culturale; fatta l'Italia, si dovevano fare gli Italiani, e il suo manuale - summa gastronomica del paese dei campanili - ha contribuito sia alla diffusione della lingua italiana, con la sua prosa elegante e un po' affettata, che all'affermazione del nascente concetto di italianità. 
L'autrice ci racconta un Artusi istrionico, uomo irruente ma anche spiritoso, colto, intraprendente, con un complesso di inferiorità per non aver condotto studi classici ed essere stato avviato al commercio fin da ragazzo, amante della femminilità ma determinato a mantenere la propria autonomia, più incline alla seduzione del gentil sesso che al matrimonio. Un uomo complesso e dotato di fascino, ma anche schivo e sentimentale, che ha vissuto la seconda parte dell'esistenza accudito da due domestici, il cuoco Francesco e la governante Marietta.
Come numi tutelari, Marietta e Francesco hanno vegliato sull'anziano scrittore, imparando a conoscerne le zone d'ombra e gli improvvisi scoppi di ira, contribuendo fattivamente alla creazione del compendio grazie ai numerosi tentativi di riprodurre le pietanze di ogni parte del regno, realizzati fra le mura della sua casa fiorentina di Piazza D'Azeglio.
Bella la scelta dell'autrice di intitolare ogni periodo della vita del Maestro con il nome di un albero, simbolo del momento e dello stato d'animo vissuto dallo stesso. Il linguaggio è curato e catapulta il lettore nell'Italia post unitaria che ha Firenze per capitale, fra caffè letterari, sedute del parlamento, vacanze nelle più rinomate località termali.
Sono significativi i passi in cui Pellegrino ripensa alla sua infanzia, alla durezza dell'educazione impartitagli, allo shock procurato dall'aggressione subita nel 1851 ad opera del bandito detto Il Passatore, da cui scaturì la decisione di lasciare la natia romagna per la più sicura vita nella capitale dell'allora Granducato di Toscana, agli anni passati a gestire i commerci, istruendosi da autodidatta e tralasciando le proprie legittime aspirazioni letterarie.
Con indomita passione, giunto ad un'età in cui ben avrebbe potuto riposarsi dalle fatiche di un'esistenza lunga e avventurosa, Artusi si imbarca in un'opera in cui pochi al momento credettero, prova ne sia la difficoltà a trovare un editore disposto a investire denaro nel progetto e la conseguente scelta di autofinanziarsi e di promuovere il volume direttamente presso i librai, dando vita ad un passaparola che ha fatto grande il suo ricettario, tramutandolo in uno dei testi di cucina più noti di tutti i tempi, un'opera fortemente identitaria ed educativa, al pari di Cuore di De Amicis o del Pinocchio di Collodi.
Da segnalare in appendice al libro un estratto di ricette artusiane fra le più note, ancora molto attuali e di realizzazione relativamente semplice, corredate da interessanti curiosità sull'etimologia dei nomi o sull'origine degli ingredienti, nonché un breve richiamo allo schema tipico di un pranzo secondo Artusi, con esatta indicazione dell'ordine di uscita delle portate dalla cucina.

Il libro in una frase
"Da patriota qual era, il suo manuale avrebbe dovuto ben rappresentare l'Italia ed era fermamente convinto della necessità di adottare una lingua comprensibile a tutti. Al contrario, le diversità culinarie regionali avrebbero arricchito il patrimonio gastronomico ed evidenziato l'Unità".


visita il sito     www.letsbook.org

Verso Nord -Willy Wlautin

VERSO NORD Autore: Willy Vlautin Editore: Jimenez – Collana Narrativa Anno edizione: 2022 Anno prima edizione in lingua originale:...