lunedì 30 marzo 2020

Black Twilight - Leonardo Maugeri

Anno 1973. In Svezia una spia del KGB, Mikael Modig, passa al servizio degli Stati Uniti rivelando alla CIA una cospirazione internazionale mirante a far alzare il prezzo del greggio, con effetti destabilizzanti sui paesi dell'area mediorientale e a cascata sul resto del mondo. L'obiettivo è isolare i produttori arabi e favorire lo sfruttamento dei giacimenti presenti in America ed Europa del Nord,  oltre che lo sviluppo delle energie alternative, con effetti speculativi sulle economie dell'Occidente e non solo.
Pochi giorni dopo, Modig viene misteriosamente trovato morto nelle acque del Mare del Nord, nei pressi di Stoccolma. Il delitto rimane irrisolto.
Anno 2013, Kent (USA). In una cittadina del Connecticut un anziano libraio, ex agente CIA ed  esperto in volumi di antiquariato - Thomas Bell - viene ucciso dopo aver consegnato al nipote Jeff un dossier che dimostrerebbe l'esistenza della cospirazione denominata "Black Twilight".
L'equilibrio geopolitico internazionale è a rischio, la crisi petrolifera che qualcuno nell'ombra sta preparando potrebbe condurre a conseguenze imprevedibili.
Cercano di fare chiarezza un celebre analista economico, giornalista e vincitore del Pulitzer - Alex Alderman - e un agente dell'FBI decisamente sopra le righe, brillante ma poco allineato, Neil Rogers.
All'ombra delle segrete stanze della politica, si muovono personaggi senza scrupoli che tenteranno in ogni modo di manovrare i mercati finanziari e le diplomazie di molti paesi, con l'unico obiettivo di generare profitti e vantaggi personali.
Leonardo Maugeri (1964-2017), recentemente scomparso, è stato un dirigente d'azienda ai massimi livelli dell'ENI. Laureatosi in storia e poi specializzatosi in economia internazionale, ha studiato a fondo le relazioni fra USA e URSS negli anni della guerra fredda e i rapporti fra le Sette Sorelle durante la crisi petrolifera degli anni settanta e ottanta, divenendo uno dei massimi esperti in materia di energia; fra le altre sue attività, ha approfondito in qualità di accademico la misteriosa vicenda della morte di Enrico Mattei, fondatore e primo presidente dell'Eni.
Il suo curriculum di studi e professionale gli ha permesso di regalarci un thriller ad alto livello estremamente convincente, in cui i personaggi si muovono all'interno di una cornice realistica e dettagliata.
Nel corso della narrazione l'autore passa con scioltezza dalla Guerra del Kippur all'omicidio del premier svedese socialdemocratico Olof  Palme per arrivare alla Guerra del Golfo, con una maestria che deriva dalle sue approfondite conoscenze storiche e politiche.
Un libro che non lascia dubbi sul fatto che la realtà spesso sia in grado di travalicare anche la più fervida fantasia del narratore.

Il libro in una frase
"Manipolare l'opinione pubblica è facile, è sempre stato facile. Ed è facile manipolare anche l'opinione degli esperti, soprattutto su temi così incerti come il petrolio. Chissà quanto ce n'è davvero nel sottosuolo. Nessuno lo sa per certo! Per cui ognuno troverà sempre il modo di sostenere la propria tesi, che sia bianca o nera. Ma le tesi più catastrofiste hanno sempre avuto un maggior potere seduttivo"



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sabato 28 marzo 2020

Il colibrì - Sandro Veronesi

Marco Carrera è un oftalmologo quarantenne, romano. Una mattina come tante viene contattato dallo psicanalista della moglie Marina. Questi gli annuncia, senza troppi preamboli, che sua moglie sta per commettere un atto talmente grave da indurlo a violare il codice deontologico professionale, per avvertirlo del pericolo che sta correndo. Da qui parte il racconto della vita di Marco.
Fiorentino di origini, madre architetto - velleitaria e idealista - padre ingegnere - taciturno e introverso - da ragazzino ha avuto problemi di crescita. Per questo il padre, giunto alla soglia della pubertà, lo sottopone a una cura ormonale intensiva che gli provoca un aumento di statura considerevole in pochi mesi.
"Colibrì" è il soprannome di Marco, che richiama la sua esile bellezza durante l'infanzia. 
Colibrì è anche un uccello che riesce con il battito delle ali a rimanere fermo in un dato punto: sembra una contraddizione in termini, ma questo fenomeno della natura sa mantenere la perfetta immobilità solo muovendosi.
Nel soprannome che gli è stato attribuito c'è il destino del protagonista.
Inerte al centro del ciclone, mentre tutto si agita attorno a lui, Marco cerca di trovare una stabilità che gli è sempre mancata e che lo aiuti nei momenti peggiori a mantenersi a galla, a non sprofondare nel dolore che inevitabilmente incontrerà: un divorzio lacerante, un amore adolescenziale idealizzato e mai consumato, la morte prematura della sorella Irene, amatissima, l'incomunicabilità con il fratello minore, fino alla perdita più grande che un uomo possa sopportare, talmente grande che la maggior parte degli idiomi non prevede un vocabolo per indicarla.
Veronesi ha uno stile sempre riconoscibilissimo, originale, inconfondibile.
Al più distaccato racconto dell'Io narrante esterno si alternano passi, accorati e intensi, in prima persona, dove la storia avanza tramite l'epistolario con il fratello Giacomo o con l'amata Luisa, o tramite messaggi via sms con lo psicanalista Carradori, in un amalgama perfetto.
In alcuni snodi cruciali della narrazione l'autore si affida a monologhi interiori tramite i quali  ci conduce efficacemente al cuore della disperazione del protagonista, toccando emozioni universalmente condivisibili.
Tutto il romanzo ruota attorno alla psicanalisi: Marco si sente accerchiato da persone che vi si affidano per risolvere le proprie idiosincrasie, lui che pure la sottovaluta ritenendo inutile praticarla, e anzi considerandosi una vittima della "psicanalisi passiva":
"... la psicoanalisi era come il fumo, non bastava non praticarla, bisognava anche proteggersi da chi la praticava. Solo che l'unica maniera conosciuta per proteggersi dalla psicoanalisi altrui era andare a propria volta in analisi, e lui su questo non intendeva mollare".
Paradossalmente, sarà un terapeuta ad aiutarlo a gestire il dolore nelle fasi più buie dell'esistenza.
Tra le figure femminili spicca Adele, la figlia di Marco, per la tragicità del suo percorso umano: emotivamente fragile, nata da una madre anaffettiva e psichicamente labile, legata da un amore infinito al padre, che fin da piccola percepisce essere la sua unica ancora di salvezza. 
Adele darà alla luce una bambina: una figura allegorica più che un personaggio, quasi messianica, da cui scaturirà una speranza di redenzione per la civiltà contemporanea.
TOCCANTE, DOLENTE 📖📖📖📖
Il libro in una frase
"Vi sono esseri che per tutta la loro vita si dannano allo scopo di avanzare, conoscere, conquistare, scoprire, migliorare per poi accorgersi d'esser andati alla ricerca solo della vibrazione che li ha scaraventati al mondo: per costoro il punto di partenza e il punto di arrivo coincidono. Poi ce ne sono altri che invece pur stando fermi percorrono una strada lunga e avventurosa perché è il mondo a scivolare sotto i loro piedi, e finiscono molto lontano da dove erano partiti: Marco Carrera era uno di essi" 

lunedì 23 marzo 2020

La ricamatrice di Winchester - Tracy Chevalier


Gran Bretagna, anno 1932. Violet Speedwell è una donna di 38 anni che si è trasferita da Southampton a Winchester. E’ nubile e ha perso, durante la Prima Guerra Mondiale, sia il fratello che il fidanzato Laurence. Come molte sue coetanee è considerata una “donna in eccedenza”, a causa della scarsità di uomini con cui sposarsi. Molti infatti sono morti durante il conflitto, lasciando mogli e fidanzate che non hanno avuto la possibilità di rifarsi una vita. 
La coesistenza con la madre, nel frattempo rimasta vedova e incattivita dai lutti, è diventata sempre più insopportabile così Violet, alla prima occasione, accetta di lavorare presso la sede di Winchester dell’impresa assicurativa per cui è impiegata come dattilografa.
Inizia una nuova vita per lei in cui impara a essere indipendente. 
Quasi per caso si avvicina all’associazione delle Ricamatrici della Cattedrale, fondata da Louisa Pesel.
L’associazione, ispirata a una confraternita medievale, ricama cuscini che servono per abbellire il coro e il presbiterio della magnifica cattedrale. L’apprendimento di questa antica arte diventa per Violet l’occasione per consegnare ai posteri qualcosa di se stessa, di pregevole valore artistico tanto quanto le preziose opere pittoriche o scultoree contenute nella Cattedrale.
La frequentazione del gruppo delle Ricamatrici diventerà anche l’occasione per dare una svolta radicale alla propria esistenza grazie alle nuove amicizie, tra cui l’esuberante Gilda, fragile e anticonformista, e il tenebroso Arthur, il campanaro, che ha sperimentato il dolore per la perdita di un figlio sui campi di battaglia.
Come tutti i libri della Chevalier, anche questo romanzo - partendo da alcuni dati e personaggi storici (in questo caso Louisa Pesel, i cui cuscini sono tuttora in uso nella cattedrale) - delinea una figura di donna forte e volitiva, che si emancipa dalle rigide regole del suo tempo, che la vorrebbero relegare al ruolo esclusivo di madre e moglie. Violet compie un percorso di crescita umana che la condurrà a prendere coscienza del proprio valore e della propria unicità.
La scrittura è elegante, precisa, ricca, mai sovrabbondante. Il ritmo talvolta è lento o, per meglio dire, dilatato: questa è una caratteristica peculiare degli scritti di Tracy Chevalier, che ama presentarci le sue eroine a poco a poco, svelando le loro debolezze, i loro pensieri, le loro passioni.
L’ambientazione è pregevole, con una grande attenzione alla ricostruzione non solo dei luoghi geografici, ma anche del clima storico e politico del tempo, delle abitudini e del sentire comune dell’epoca. Sono gli anni che precedono la Seconda Guerra, il mondo assiste attonito all’escalation di Hitler ma ancora non vuole credere che arriverà al punto di scatenare un conflitto globale per assecondare le proprie deliranti ambizioni. Sono anche gli anni in cui le donne, pur avendo acquisito il diritto al voto, non hanno preso pienamente coscienza del ruolo che potrebbero rivestire all’interno dei vari ambiti della società. Lo sguardo è fisso al passato, ai rigidi protocolli e alle regole di condotta dell’età vittoriana, e le donne per prime non hanno il coraggio di emanciparsi, di rivendicare per sé un ruolo di comprimarie in tutti i settori della vita pubblica.
Violet Speedwell, con il suo percorso umano ed emotivo, diventerà modello di una nuova figura femminile, forte, volitiva, indipendente: profondamente contemporanea. 
PIACEVOLE AFFRESCO STORICO 📖📖📖
Il libro in una frase
“... non era facile conoscere uomini liberi in quegli anni, perché i maschi adulti erano due milioni in meno delle femmine. “Donne in eccedenza”, così venivano chiamate quelle rimaste nubili a causa della guerra e che difficilmente si sarebbero sposate, una minaccia, anzi una vera tragedia per una società fondata sul matrimonio. I giornalisti avevano coniato quell’etichetta, che equivaleva quasi a un marchio d’infamia per chi la portava”


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https://www.letsbook.org/2020/03/19/la-ricamatrice-di-winchester-di-tracy-chevalier/

martedì 17 marzo 2020

L'eroe riluttante - Michael Dobbs

Terza avventura, dopo "Il giorno dei Lord" e "Attacco alla Cina" che vede come protagonista Harry Jones, intraprendente e spregiudicato ex militare pluridecorato delle Brigate Aeree Britanniche e poi del SAS nonché ex parlamentare.
Questa volta Harry si trova coinvolto in una missione diplomatica in Ta'argistan, terra di nomadi cavalieri eredi di Gengis Khan, attraversata nel corso dei millenni da sciiti, turchi, predoni unni, per anni avamposto sovietico in Asia Centrale prima del ritiro delle truppe e dell'instaurazione di un regime totalitario paramilitare retto da un partito nazionalista.
Harry si accoda a una missione del governo britannico - che si prepara a fornire aiuti e ad aprire una linea di finanziamenti per sostenere il rafforzamento della democrazia - ma non è mosso da un interesse politico né filantropico.
Si tratta di salvare Zac, ex compagno di avventure negli anni in cui ha prestato servizio presso la SAS, lo Special Air Service, uno dei corpi d'élite di Sua Maestà la Regina Elisabetta.
Zac Kravitz giace al limite della resistenza - vinto nel corpo e nello spirito dalle atroci torture cui è stato sottoposto - nelle galere ta'argie, accusato ingiustamente; in quella terra di nessuno, dove tutti i diritti civili sono sospesi, rischia di essere condannato alla pena capitale per reati mai commessi. Harry sente un debito di riconoscenza verso Zac, che dieci anni prima lo aveva aiutato a salvare l'amata moglie Julia da un attentato.
Harry oggi è un uomo solo: Julia è morta poco tempo dopo quel salvataggio. A seguito di quel tragico evento Harry si è allontanato dagli ambienti privilegiati in cui è vissuto, così come dalla politica attiva. Vive, o meglio sopravvive, grazie al patrimonio di famiglia che gli permette di mantenere un tenore adeguato alle proprie abitudini, senza più alcun stimolo professionale o sentimentale: il suo sguardo si perde nel passato, il suo presente non lo attrae, il suo futuro non lo interessa.
L'avventura in cui si imbarca sarà foriera di rischi e colpi di scena inaspettati e permetterà ad Harry di riavvicinarsi alla parte più profonda di sé, per riscoprire la propria umanità ed il senso di un'intera esistenza.
Ritmo sincopato, ironia, avventure al limite delle possibilità di salvezza, affari sporchi, complotti internazionali architettati all'ombra delle più importanti diplomazie del mondo, sono tutti gli elementi cui ci ha abituato Michael Dobbs e che qui piacevolmente ritroviamo.
Segnalo la perfetta ricostruzione di uno scenario d'azione assolutamente di fantasia, uscito dalla penna dell'autore dopo un soggiorno in Kirghizistan, utilizzato come "modello fisico" secondo quanto Dobbs dichiara nella postfazione al libro.

Il libro in una frase 
"Un uomo può trascorrere una vita intera a discutere dell'equilibrio tra onore, dovere, posizione, reputazione, gli aspetti in base ai quali lo valutano gli altri, ma alla fine è quello che c'è dentro che conta"

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sabato 14 marzo 2020

Évelyne, il mistero della donna francese - Marco Scardigli. Noir nella Novara della Belle Époque

Novara, anno 1904. In piena Belle Époque, la tranquilla vita della cittadina di provincia viene sconvolta da una serie di eventi sempre più tragici e misteriosi, il cui filo conduttore è rappresentato dalla conturbante Évelyne Perotti, vedova benestante originaria di Lione, enigmatica e sensuale, che vive autoreclusa nell'albergo Tre Re in compagnia della cameriera. La sua bellezza prorompente subito accende le fantasie degli uomini più più in vista che fanno a gara per avvicinarla e corteggiarla. Ma Évelyne presta attenzione solo al maggiore Otto Stoffel dell'Esercito Regio che - nonostante la proverbiale riservatezza e i modi piuttosto burberi di chi ha poca dimestichezza con l'altra metà del cielo - entra nelle grazie della bella francese, guadagnandosi in esclusiva le sue attenzioni.
I sentimenti di Évelyne sono veramente disinteressati?
Tina, titolare della pensione Celeste - in cui Stoffel vive da quando è stato destinato a Novara - percepisce un che di falso nell'atteggiamento della vedova Perotti e, forse spinta da un pizzico di gelosia per l'uomo che fino a poco prima l'aveva apertamente corteggiata, cerca di fare chiarezza. Confida le sue perplessità a Deodato Marchini, commissario di seconda classe presso la locale Prefettura, suo ospite presso la Pensione, una sorta di Sherlock Holmes all'italiana, a sua volta invaghito di Tina.
Contemporaneamente, viene ritrovato nei pressi dei bastioni del castello il corpo di una giovane donna, brutalmente mutilata.
Così si apre questo romanzo che è un noir storico.
L'ambientazione è originale: Marco Scardigli - Professore di Storia Militare e saggista - ha saputo calare una storia di cronaca nera nella provincia piemontese di inizi Novecento, contestualizzandola perfettamente. Sono gli anni che precedono la Grande Guerra, in cui il giovane Regno d'Italia si sta organizzando, e si diffondono tecniche di indagine forense fino ad allora quasi sconosciute: i rilievi antropometrici e fotografici, lo studio della scena del crimine, l'organizzazione dei primi nuclei di "pronto intervento". Sono anche gli anni di Lombroso e delle sue teorie pseudoscientifiche sul "delinquente nato", di cui si esaminano le caratteristiche fisiche e comportamentali, e del Trattato di Polizia Scientifica di Salvatore Ottolenghi, medico e antropologo astigiano, fondatore della Scuola Superiore di Polizia.
Un'epoca relativamente tranquilla, che guarda all'Ottocento e che non ha ancora vissuto il dramma della Prima Guerra Mondiale. Le architetture politiche dei grandi stati europei sono  intatte e le diplomazie sono ancora in grado di garantire una pace relativa al Vecchio Continente. Gli echi della Guerra sono lontani e ci si prepara ad un futuro di modernità.
Novara è poco più di una cittadina, percorsa da carrettieri e da militari a cavallo, di stanza presso la famosa caserma ed impegnati nelle campagne piemontesi in manovre ed esercitazioni. Le automobili sono rare, la forza pubblica si muove a piedi o al più in bicicletta, i commerci sono fiorenti e si organizzano le prime attività manifatturiere locali. I contadini si riversano in città mettendosi a disposizione della nascente industria, comincia ad imporsi il problema del lavoro femminile e dello sfruttamento della manodopera.
Il racconto è venato da un sottile humor che dona levità anche ai momenti di maggior pathos, dando vita ad un piccolo gioiello di narrativa che ha giustamente vinto il Premio Selezione Bancarella 2019. Particolarmente riuscita è la figura della coprotagonista Tina, una donna forte e volitiva, un po' Colombina goldoniana e un po' femminista ante litteram - ben lontana dal modello femminile tardo ottocentesco. Con forza e determinazione degna di un'eroina moderna, Tina diventa il perno attorno al quale ruota tutta l'indagine, il braccio destro del commissario Marchini, cui nulla invidia in termini di capacità deduttive ed acume investigativo. 
Ispirato a un fatto reale accaduto nel 1924, che ebbe un complesso strascico giudiziario e una vasta risonanza sui giornali locali, "Évelyne" fa compiere al lettore un tuffo nel passato in cui indagine poliziesca, cronaca nera e vita di provincia si mescolano perfettamente, "perché" - come ci ricorda Scardigli nella postfazione - "la fantasia fa parte dalla realtà, fa giri tortuosi, ma, alla fine, alla realtà torna". Splendida, infine, l'immagine sulla copertina, una riproduzione de "La moglie dell'artista" di Egon Schiele, più che mai evocativa delle atmosfere d'antan del romanzo.

Il libro in una frase
"Silenzio. I giovanotti valutano come spettatori a un incontro di scherma l'esito del colpo. La donna alza gli occhi dal piatto e li rivolge su Stoffel. Il viso è piccolo, triangolare, con la fronte spaziosa, il naso leggermente all'insù  e la bocca bella, ma strana con il labbro superiore più grande di quello inferiore. Ma lo spettacolo sono gli occhi: allungati, di un azzurro che vira al violetto, con un taglio particolare delle palpebre che conferisce un'aria vagamente assonnata. E questo dà allo sguardo un senso di intimità proibita e di donna sorpresa senza difese"

 http://www.milanonera.com/evelyne-il-mistero-della-donna-francese-marco-scadigli/ 

martedì 3 marzo 2020

Cadrò, sognando di volare - Fabio Genovesi "E' la realtà la scrittrice più grande che ci sia"

Fabio è un ragazzo di ventiquattro anni. Giunto quasi al traguardo della laurea, a causa del mancato inoltro della pratica di rinvio al distretto militare viene spedito a fare l'educatore presso una scuola retta da religiosi, abbarbicata sulle Alpi Apuane, ove svolgerà il Servizio Civile.
E' l'estate del 1998, che nei suoi progetti avrebbe dovuto essere dedicata ad una vacanza in Spagna con gli amici, tutta movida, ragazze, spiaggia. Ma il destino ci mette lo zampino e nel giro di pochi giorni si trova a vivere in una comunità sgangherata composta da un prete guardiano logorroico, una domestica sgarbata e taciturna, una ragazzina affetta da handicap che preferisce la compagnia delle galline a quella delle persone, un direttore di istituto scorbutico e misterioso. 
Sarà l'occasione per imparare ad accettarsi grazie a un sacerdote - Don Marino Basagni - che gli farà da mentore e confidente.
Un'amicizia, quella fra i due, suggellata dalla comune passione per il ciclismo e in particolare per le epiche imprese di Marco Pantani, il Pirata romagnolo, la cui parabola esistenziale diventerà il paradigma della vita del giovane Fabio.
Come Marco saprà gettare il cuore oltre ogni immaginabile ostacolo, oltre il dolore fisico, la fatica, la sfortuna, così anche Fabio saprà prendere in mano il bandolo della propria esistenza.
Il romanzo procede su un doppio binario narrativo. Da un lato la storia di Fabio, dall'altra quella di Pantani. 
E' abilissimo Genovesi a raccontare - nelle pieghe della vicenda principale - l'epopea di Pantani, che diventa coprotagonista a pieno titolo. 
Il tutto senza retorica, facendocelo conoscere prima da bambino, poi da giovane uomo: ci parla dell'infanzia modesta, vissuta fuori dal chiosco di piadine della madre Tonina a Cesenatico, del sogno di gloria dell'adolescente timido, della pervicacia con cui lo ha coltivato, anche contro ogni aspettativa, quando tutto l'universo pareva cospirare contro. 
Ci parla della fatica degli allenamenti, dei primi spettacolari successi, delle imprese che lo hanno fatto amare in tutto il mondo; e poi le rovinose cadute, la forza di risollevarsi e di rischiare, i ricoveri, gli interventi chirurgici, le clamorose vittorie consecutive al Giro d'Italia e al Tour de France, nell'arco di pochi mesi. Nulla ha fermato Marco fino al giorno in cui è risultato positivo ad alcuni controlli antidoping. La morte di Marco è iniziata lì, quando ha perso la capacità di credere che il "sogno" si sarebbe ancora potuto realizzare. Non l'aggressiva campagna massmediatica, non il vuoto attorno quando il successo è calato, non la droga: è stata la perdita del sogno a strapparlo all'affetto dei tanti che lo hanno amato e ancora lo amano. 
E' talmente eroica e ricca di colpi di scena la storia di Pantani da sembrare una finzione letteraria: la realtà invece è sempre superiore alla fantasia, anche di uno scrittore sensibile e immaginifico come Genovesi, che ribalta gli schemi narrativi contemporanei e affianca due personaggi così abilmente da lasciare il lettore sempre in bilico tra la gioia e il dolore, la commozione e la più grassa delle risate. Non è più chiaro dove finisce la biografia e dove inizia la fiction, e smette di essere importante saperlo, perché Marco e Fabio - per un attimo magico e irripetibile - si confondono uno nella storia dell'altro.
Con un linguaggio schietto e poetico, descrizioni fiabesche e personaggi dalla dolente umanità, Genovesi ci conduce nel suo fantasmagorico mondo interiore, dove con la semplicità di un bambino ci pone di fronte a dilemmi esistenziali che, da adulti, non abbiamo più il coraggio di affrontare.
Uno dei migliori libri letti in questo inizio d'anno.

INTIMO, PROFONDO📖📖📖📖📖

Il libro in una frase
"Il mondo intero va avanti da sempre e per sempre grazie a un unico, magnifico trucco: i frutti. Che sono belli da guardare e così dolci a mangiarli, ma lo stesso sono un trucco. Perché noi ci mettiamo al centro di ogni situazione, e pensiamo che i frutti siano una cosa nostra, da staccare o comprare e poi farci sparire in bocca. E l'unica parte che ci interessa, quella che per noi è un fastidio inutile, sono i semi. E invece i semi sono il senso di tutto. I frutti esistono per loro, mica per noi."

Verso Nord -Willy Wlautin

VERSO NORD Autore: Willy Vlautin Editore: Jimenez – Collana Narrativa Anno edizione: 2022 Anno prima edizione in lingua originale:...