Non so precisamente il motivo, ma da tutta la vita ho l'idiosincrasia per le letture brevi, come se fossero un genere minore, meno importante, meno incisivo.
So che così non è, tuttavia deve essere scattato qualcosa nella mia mente di studente - quindi di lettore sottoposto ad una certa misura di coercizione da parte dell'insegnante di turno - e poi di lettore autonomo, come dire, "volontariamente arruolato e in servizio permanente".
Un incontro sbagliato, un fraintendimento, uno sliding doors mi ha portato molto precocemente a rifuggire dai racconti.
Fino ai dieci anni circa penso di avere letto parecchie fiabe, Grimm, Perrault, Andersen, apprezzandone la trama e la capacità di coinvolgere con storie evocative delle più ancestrali paure dell'infanzia.
E' solo qualche anno dopo che mi imbatto - tiepidamente, lo ammetto - con Verga e le sue novelle (che associo al risorgimento italiano ed alla retorica dell'epopea garibaldina), e poi con Pirandello e Piero Chiara, che pure ho amato moltissimo.
Non molti, in realtà.
Forse è - banalmente - una questione di lunghezza, mi spiego: la necessità di condensare in poche pagine un fatto, dei personaggi, una trama che avvinca il lettore a mio giudizio spinge chi scrive a "caricare" troppo, a esagerare in virtuosismi letterari. E se non si è Edgar Allan Poe o Maupassant il rischio di strafare è dietro l'angolo.
I racconti spesso sono splendidamente scritti, con una prosa notevole ed un lessico curato nei dettagli, ma la storia ha troppo poco tempo per imprimersi nella parte più emotiva del cervello e velocemente sfugge alla memoria dei sensi, senza depositarvi alcuna emozione durevole. Come dire, li apprezzo a livello puramente estetico, ma non li interiorizzo minimamente, non entro in empatia con il significato.
Più o meno per lo stesso motivo guardo con sospetto ai romanzi brevi.
Di recente sono stata smentita dalla lettura di alcuni "romanzi brevi" di particolare valore che mi hanno spinto a riconsiderare la mia posizione. Fra tutti Gli Autunnali di Luca Ricci, superbamente scritto, con un lessico preciso e tagliente: qui i personaggi restano, sedimentano diventando miei, così come la storia non è banale ed anzi scorre piacevolmente, intrigante ed allusiva, potente.
Ho come l'impressione che non sia facile scrivere letteratura, o più modestamente buona narrativa, in forma breve e che sia l'arte di pochi e per pochi.📖📖📖
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