LE NOZZE
Autore: Dorothy West
Editore: Mondadori
Anno edizione: 2021
Genere: Narrativa nordamericana moderna
Pagine: 242
Valutazione: 3,5* su 5
Consigliato: agli amanti
della narrativa nordamericana moderna e contemporanea, con particolare attenzione
alle problematiche legate ai matrimoni misti.
Estate 1953, Martha’s Vineyard.
Nella splendida cornice di quest’isola non lontana da Boston, la nuova
borghesia di colore, fatta di uomini d’affari, insegnanti universitari e
professionisti affermati, è in fermento.
L’Ovale è il nome che da
sempre viene dato al comprensorio di villini di vacanza, di antica costruzione,
disposti strategicamente in modo da disegnare un anello intorno a un grande
parco che degrada verso la spiaggia.
I villeggianti che li occupano
sono la prima generazione nera benestante, fatta di uomini e donne che – con lo
studio e il lavoro - hanno saputo emanciparsi dalla schiavitù nelle piantagioni
del sud.
Shelby è la pupilla della
famiglia Coles, stirpe di medici di successo, e sta organizzando il proprio
matrimonio con Meade, musicista jazz bianco, spiantato e sognatore, decisamente
inadatto a garantire alla giovane quel tenore di vita a cui è stata abituata.
La carnagione pallida e gli occhi
chiari di Shelby hanno da sempre costituito motivo di imbarazzo per la famiglia
e fonte di turbamento per la ragazza, facendola vivere in bilico fra due mondi
paralleli ma reciprocamente indifferenti.
Shelby ricorda un episodio della prima
infanzia, un colloquio con nonna Carolyne avvenuto subito dopo essere stata
ritrovata da una squadra di ricerca a seguito del suo allontanamento dal
comprensorio, sulle tracce di un cagnolino:
“Nonnina […] io sono di
colore?” L’espressione di Nonnina non mutò. “Sì” disse, perché non c’era altra
risposta, una qualsiasi precisazione non avrebbe alterato il fatto ma solo
confuso una bambina che preferiva la pura verità. Il petto di Shelby si alzò
per il semplice sollievo, non perché fosse nera, ma perché era qualcosa di
definito, e adesso sapeva cos’era. Ma le venne un pensiero in mente, e si sentì
di nuovo angosciata. “Liz è di colore?” “Sì” “E mamma?” “Sì” “Anche tu sei di
colore?” “Io sono la tua nonnina”.
Il disappunto del clan per le
nozze imminenti è palpabile. Da un lato Clark - il padre di Shelby - è
imbarazzato, ritiene di averla “spinta” inconsapevolmente a una scelta
scellerata perché – come genitore - non ha saputo essere figura di riferimento:
sposando Meade la giovane prenderebbe le distanze dalla comunità a cui non ha
mai sentito di appartenere pienamente.
“Gli occhi di Clark si
strinsero … ‘Non ti ho mai visto dare fiducia a un uomo di colore e non posso
impedirmi di pensare che forse è perché hai visto nell’uomo che conosci meglio
al mondo un uomo di cui non ci si può fidare. E non ti ho mai visto dare il tuo
amore a un uomo di colore, e non posso impedirmi di pensare che il motivo sia
questo: l’uomo che dovrebbe essere il più importante della tua vita non ha mai
trovato il tempo di dimostrarti che ti ama. E non ti ho mai visto dare il tuo
rispetto a un uomo di colore, e non posso impedirmi di pensare che sia una
manifestazione distorta dello snobismo sociale di questa famiglia”.
Nonna Carolyne invece è
segretamente soddisfatta; Carolyne è erede di latifondisti bianchi caduti in
povertà e si è ritrovata, suo malgrado, a vestire i panni della matriarca in
una famiglia afro-americana a causa dei matrimoni misti dei suoi discendenti. Ritiene
che questa unione permetterà alla nipote di chiudere il cerchio della sua stirpe
che – nata bianca – tornerà a essere bianca.
Ma a sparigliare le carte giunge
sull’isola Lute McNeill, rude parvenu, imprenditore nel settore dei
mobili, semianalfabeta e pluridivorziato, con tre figlie piccole cresciute
senza madre, che si invaghisce di Shelby e la corteggia con spudoratezza: la
tensione sensuale fra i due è palpabile e il matrimonio è in pericolo. Come si
comporterà Shelby? Scegliere Meade al posto di Lute significa rinnegare le
proprie radici?
“Gigi si era confidata con
Emmaline riguardo all’attrazione di Lute per Shelby, ed entrambe approvavano la
sua corte, o comunque la disapprovavano meno dell’idea di un matrimonio misto”.
Attorno a questo racconto scritto
in terza persona – che costituisce la traccia principale del romanzo – si snoda
una serie di personaggi che rappresentano il passato dei protagonisti, fatto di
predicatori, proprietari terrieri decaduti, ereditiere zitelle, schiavi
liberati, studenti ambiziosi, tutti inconsapevoli attori del lungo e travagliato
cammino verso l’affermazione della pari dignità.
E’ molto interessante lo sguardo
sociologico dell’autrice, che focalizza l’analisi introspettiva sulla questione
del razzismo esistente non solo nei confronti dei neri da parte della comunità
bianca, ma anche fra neri di carnagione scura e neri nati da coppie miste, una
sorta di discriminazione nella discriminazione.
Dorothy West celebra l’epopea dei
neri d’America ma lo fa senza enfasi, evidenziando le ipocrisie dei nuovi
ricchi e i conflitti tra classi sociali replicati all’interno della comunità
afro-americana.
La scrittura è elaborata e
introspettiva, sulla scia della grande narrativa americana: i periodi complessi
e il fraseggio corposo – alla William Faulkner - impongono una lettura accurata
che, grazie alla musicalità, non perde mai di ritmo.
Dorothy West, nata a Boston nel
1907, è figlia di quella borghesia che così acutamente descrive nel suo romanzo.
E’ anche esponente di spicco del movimento artistico culturale – sorto negli
anni Venti - denominato “Harlem Renaissance”, che si propose di celebrare
la creatività e la cultura emersa dall’esperienza della schiavitù,
approfondendo i legami con l’Africa. Dopo avere vinto alcuni premi con i suoi
racconti, nel 1948 pubblica il primo romanzo “The Living Is Easy”. La
West scrive “Le nozze” negli anni Sessanta ma il manoscritto viene
stampato solo nel 1995 – con la supervisione di Jacqueline Kennedy Onassis. Le
due si conoscono proprio a Martha’s Vineyard e sarà Jackie – editor della casa
editrice Doubleday, colpita dal valore dell’opera – a favorirne la tardiva
pubblicazione, quando Dorothy ha ottantotto anni.
Il libro in una citazione:
“Erano al Nord. Basta corde
per linciarli, basta croci in fiamme, basta camminare nel canaletto di scolo
per lasciare tutto il marciapiede a ‘Mr. Charlie’. Basta ‘Ziette,’ basta ‘Zii’.
Basta morire perché non c’era un dottore, basta bambini al lavoro nei campi con
la schiena piegata mentre la campanella della scuola suonava per il figlio
dell’uomo bianco. Su al Nord, un uomo poteva imparare che leggere e scrivere
non faceva male a nessuno. Una donna poteva imparare a sperare in qualcosa di
più di quello che aveva. Se anche vivevano vicino ai binari della ferrovia e
l’aria del Nord era carica di fumo e sudiciume, tuttavia riempiva i loro
polmoni di libertà”.
https://www.letsbook.org/2021/06/15/le-nozze-di-dorothy-west/