LORO
Autore: Roberto Cotroneo
Editore: Neri Pozza - Bloom
Anno edizione: 2021
Genere Moderna e Contemporanea / Ghost Stories
Pagine: 191
Valutazione: 3* su 5
Consigliato: a chi ama
esplorare il lato oscuro della vita, le storie sul soprannaturale, i romanzi di
Poe, Lovecraft e Shirley Jackson
La giovane Margherita B. – tra la
fine di luglio e la prima metà di agosto 2018 – viene assunta dalla nobile
famiglia Ordelaffi per occuparsi delle figlie gemelle.
Margherita è a un bivio dell’esistenza:
dopo essersi diplomata in pianoforte presso il Conservatorio, si è iscritta a
Medicina ma è indecisa sulla prosecuzione degli studi. Decide così di prendersi
un periodo sabbatico e accetta il lavoro di istitutrice a tempo pieno di Lucrezia
e Lavinia.
Le bambine hanno dieci anni e –
come spesso accade fra omozigoti – vivono un rapporto totalizzante, fatto di piccoli
segreti e gesti complici.
Gli Ordelaffi abitano nella
campagna romana in una villa sperduta nel verde, progettata dall’archistar
Koolhaas: una dimora le cui pareti sono di vetro, arredata con pochi e
selezionati pezzi di pregio, un monumento al minimalismo e a quella sobrietà
che da subito appare essere la cifra distintiva dei padroni di casa.
Margherita rimane affascinata
dalla bellezza che la circonda:
“Allora ero come sorpresa da
un puerile entusiasmo. Era come avessi trovato Camelot, riscoperto la stanza
dei giochi della mia infanzia”.
Umberto – il padre delle bambine
– vive tra Roma e Londra, spesso in viaggio di lavoro; la moglie Alessandra è
una creatura algida e fragile, persa nei propri pensieri e distaccata dagli
obblighi quotidiani che la vita imporrebbe: delega volentieri il ménage a
Giulia, factotum e segretaria, e a Gaetano, giardiniere dagli atteggiamenti
ombrosi.
Le piccole si affezionano a
Margherita: Lucrezia ama la musica e suona il pianoforte con sorprendente maestria,
Lavinia è una valente cavallerizza, amante degli sport e dell’attività fisica.
I loro giochi tendono a escludere il mondo esterno: “loro si bastano” dice
la madre delle gemelle, che interagiscono in una bolla e in un tempo sospeso,
in cui non è prevista la presenza di amici, cellulari, incontri ricreativi.
“Era Lucrezia a esercitare
sempre una forma di dominio su Lavinia”, racconta Margherita B. mentre sente
nascere dentro di sé un legame fortissimo con le due, una complicità quasi inspiegabile.
La vita scorre serena fino a che
Margherita – peregrinando per la verdeggiante tenuta – si imbatte in un
tempietto antico che rappresenta la dea greca Ecate, protettrice dei crocevia, secondo
la tradizione capace di passare dal mondo dei vivi a quello dei morti e di
accompagnare gli uomini in questo doloroso percorso.
E’ l’evento che scatena una serie
di conseguenze inaspettate, che conducono Margherita a un passo dalla follia:
entità misteriose, certamente non umane, cominciano a incrociare la sua strada,
la spaventano, la chiamano e la costringono a fare i conti con le più intime
paure. I residenti sembrano non condividere le sue esperienze paranormali, o
forse fingono di disinteressarsi alle presenze eteree che accompagnano i gesti
di ogni giorno.
In un crescendo di tensione, la protagonista
comprende che sono le gemelle la chiave di volta del sinistro carosello che
avviluppa tutti gli abitanti di quel microcosmo: sono Lucrezia e Lavinia a
dirigere un’orchestra di spettri che le segue fedelmente e le asseconda fino a
un tragico finale scritto con il sangue.
Il romanzo è in prima persona,
sotto forma di memoriale di Margherita consegnato ai medici che l’hanno in cura,
steso dopo la sconvolgente esperienza vissuta.
La prosa è elegante e introspettiva:
evoca le ambientazioni romantiche dei romanzi di fantasmi scritti a cavallo tra
Ottocento e Novecento. Cotroneo scava nella psiche della protagonista e lo fa
per parlarci della contraddittorietà che alberga in ogni essere umano posto di
fronte alle proprie fragilità e ai propri spettri:
“Oggi so quanto il
soprannaturale si faccia strada nelle nostre esistenze in maniera sghemba,
ambigua. Quanto prediliga le vie indirette, quanto sia magistrale la sua
capacità di gestire la nostra oscurità, quanto sia capace di destabilizzarci. Ma
in quei giorni mi aggrappavo a tutto, ero disposta anche a confrontarmi con
quei fantasmi, a scacciarli, come un’esorcista, per lasciare che quella villa,
quel giardino e quel mondo restassero il luogo di ogni possibile felicità,
niente affatto tormentato dal passato o macchiato dalle tenebre”.
L’autore usa abilmente il romanzo
gotico ma lo reinterpreta in chiave contemporanea ricorrendo a una lingua
curata ma agile, un fraseggio corposo ma mai sovrabbondante, riferimenti alla
psicologia, alla musica, agli studi esoterici e – non ultimo - dialoghi
efficaci, il tutto omaggiando in modo molto personale le “colonne” del genere,
da Poe a Lovecraft fino a Shirley Jackson.
Il libro in una citazione:
“La tenebra che cerchiamo di
non vedere, di non capire, ma che ci raggiunge sempre, è fatta di questo, di
questa materia sfuggente, di queste antiche credenze, di queste divinità
antichissime che ancora sfidano le religioni moderne, le cose nascoste sin
dalla fondazione del mondo. E ci sono e ci imprigionano, e ci tolgono la
ragione.”
https://www.letsbook.org/2021/06/03/loro-di-roberto-cotroneo/
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