UN ESPERIMENTO D’AMORE
Autore: Hilary Mantel
Traduzione: Giuseppina Oneto
Editore: Fazi – Collana Le Strade
Anno edizione: 2021
Genere: Narrativa inglese contemporanea
Pagine: 238
Valutazione: 3,5* su 5
Consigliato: a chi ama i romanzi di formazione e le
storie di emancipazione femminile
Anni Sessanta, Nord
dell’Inghilterra. Carmel McBain è figlia unica di genitori appartenenti alla
classe operaia. E’ di origini irlandesi, cattolica. Grazie alle sue capacità
riesce a ottenere l’ammissione a un college retto da suore, il Santissimo
Redentore, che le permetterà di accedere alla prestigiosa facoltà di Legge
della London University.
Carmel vive un rapporto
conflittuale con la madre, donna forte e dignitosa ma vinta dalle fatiche e
dalle delusioni accumulate, che vede nella giovane lo strumento per riscattare
se stessa, in primo luogo, dal destino di subalternità e privazioni continue
cui è stata costretta.
“Ero cresciuta credendo –
anzi, vedendo con i miei occhi – che mia madre era una donna molto potente. Non
era una persona da cambiare idea. Promulgava i suoi editti e io ubbidivo.”
Carmel approda allo studentato
universitario e davanti a lei si spalancano le porte del futuro: sono gli anni
dell’emancipazione femminile, che passa attraverso la moda della minigonna, le
riunioni dei giovani socialisti, l’idealismo libertario, l’abbandono della
religione cattolica e dei suoi dogmi tradizionali e fortemente repressivi, la rivoluzione
sessuale, l’uso degli anticoncezionali, il ricorso all’aborto.
Carmel vive sulla propria pelle
tutte le contraddizioni di quel periodo, in una continua tensione fra il
desiderio di affrancarsi dal ruolo tradizionale di moglie e madre, già scritto
per le ragazze di quella generazione di passaggio, e l’amore per il suo
fidanzato, noioso e borghese fino al midollo.
“Niall non aveva niente di
rabberciato; di natura era un quarantenne con in mano le chiavi di una Rover
che parcheggia davanti a un buon albergo raccomandato dagli amici. L’inganno
non gli si addiceva.”
“…Lui sembrava esattamente
quello che era e nient’altro: il pilone che gioca in una squadra di rugby di un
liceo settentrionale, un uomo di famiglia in divenire.”
Il contatto con ragazze di diversa estrazione sociale
e culturale (Karina l’immigrata, ombrosa, arrivista e manipolatrice; Julianne,
libera ed estroversa, futura psicoterapeuta; Lynette, di buona famiglia e
generosa con tutte al limite della prodigalità; Sue, sprovveduta, che sceglie
di interrompere la pillola per vedere se il suo corpo è in grado di procreare)
la arricchisce interiormente e la porta a confrontarsi per la prima volta con i
suoi desideri e le sue paure profonde:
“Eravamo addestrate a
dilazionare le gratificazioni, a coccolare e allenare e ostentare le nostre
capacità mentali, ma adesso i nostri corpi manifestavano le loro esigenze.
Avevamo fatto sesso; il sesso generava il desiderio delle sue conseguenze.”
“Non ne parlavamo ma ogni corridoio di Tonbridge Hall fremeva di panico da fertilità.”
Carmel, progressivamente, prende
di coscienza del problema alimentare di cui soffre e delle fragilità che esso
sottende, avvia e infine vince la battaglia contro il demone dell’anoressia che
l’ha condotta a un passo dal distruggersi.
“Era una frattura netta,
scritta nel mio corpo; sentivo le ossa a pezzi, le schegge e le frastagliature
che cercavano di trovare il modo di forarmi la pelle.”
Il fascino del romanzo sta
nell’essere un affresco storico – genere in cui la Mantell è maestra, avendo
vinto due volte il Man Booker Prize nel 2009 e nel 2012 con la Saga dei Tudor –
scritto in prima persona con un tono frizzante e sbarazzino, spiritoso e
sentimentale, largamente introspettivo.
Il lettore della Mantel ritrova
pienamente il suo stile, fatto di un fraseggio corposo, con un’aggettivazione
ricca che serve a scolpire nella mente i luoghi, il carosello di personaggi e
le atmosfere della storia che ha scelto di raccontare.
Un esperimento d’amore è
in definitiva la cronaca “dell’esperimento di vita” di molte donne,
all’alba degli anni Sessanta in una Londra già multietnica e multiculturale,
che si sono trovate nella condizione di contestare una società fortemente
maschilista, abbattendo i pregiudizi e i retaggi del passato con determinazione
e spirito pionieristico.
Una bella prova per l’autrice che
si dimostra eclettica e sempre in grado di convincere il lettore più raffinato.
Il libro in una citazione:
“… non voglio che pensiate che
questa sia una storia di anoressia. Ce ne sono troppe, ci sono romanzi interi
su ragazze svagate, viziate, ragazze che si riducono a spettri e poi scoppiano
come palloncini a una festa. No: e tuttavia in parte questa è una storia di
carne, di corpi che contengono la nostra mente… Diciamo allora che questa è una
storia che riguarda l’appetito nei suoi tanti risvolti e aspetti, nelle sue
perversioni e nella sua fragilità, nei suoi strani rifiuti e capovolgimenti.
Per ora questo è sufficiente”
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