martedì 18 maggio 2021

Un disco dei Platters - Romanzo di un maresciallo e di una regina - Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli

E' da pochi giorni uscito per Piemme - a diversi anni dalla prima pubblicazione che risale al 1998 - il seguito del fortunato romanzo dei due autori Macchiavelli e Guccini, "Macaronì".
"Un disco dei Platters - Storia di un maresciallo e una regina" è ambientato nel 1960 e vede il maresciallo Benedetto Santovito tornare per una breve vacanza al paese arroccato sull'Appennino tosco emiliano dove ha trascorso i primi anni della sua carriera nell'Arma. 
Trova un borgo profondamente cambiato: i juke box nel bar, il servizio di trasporto con la corriera, un hotel, negozi di abbigliamento. Gli abitanti tuttavia sono in gran parte gli stessi e per Santovito è come fare un bagno in un passato dolce amaro, dove si confondono e sovrappongono i ricordi della guerra e dei drammi che ha portato con sé.
La caserma è retta da un nuovo maresciallo, il ferrarese Ares Amadori, vanesio e raccomandato, che suo malgrado si imbatte in una serie di brutali omicidi che affondano le loro radici proprio nel tempo di guerra. 
Due ragazzini vengono ritrovati morti, il primo ai margini di un sentiero, saltato su una mina antiuomo tedesca, l'altro annegato e con il volto deturpato nel torrente Guelfa, dove la leggenda vuole che un mostro - nè uomo nè pesce - viva nell'attesa di aggredire i malcapitati bagnanti. 
Pochi giorni dopo, viene ritrovato anche il corpo senza vita del Romitto, anziano senza dimora che si è stabilito nelle rovine del castello poco distante dal centro abitato, ove si racconta sia nascosto l'inestimabile tesoro della Regina Selvaggia.
Santovito sarà coinvolto nelle indagini e risolverà il mistero grazie all'intuito e alla sua conoscenza della gente che abita la montagna. Incontrerà anche l'amore nella persona di Raffaella, giovane maestra, volitiva ed emancipata negli atteggiamenti, che farà cadere le barriere della differenza di età e di provenienza geografica.
Nei romanzi della premiata coppia Guccini - Macchiavelli si respira un'atmosfera magico-superstiziosa, tra leggende di mostri, di fate e di spiriti maligni, descrizioni di paesaggi incontaminati e di vita di provincia, spartana e profondamente autentica.
La trama è complessa al punto giusto senza diventare mai dispersiva, nonostante l'intreccio, ed è ben costruita attorno ad un doppio piano temporale che permette - sul finale - di svelare il mistero. Sempre piacevole  il linguaggio, in particolare il discorso diretto molto efficace, tramite l'uso di espressioni dialettali evocative e di detti della saggezza popolare.
Una certezza per gli amanti dei gialli storici con sfumature noir.
In libro in una citazione
"Ci è nato? Come mai torna dopo tanti anni?" 
"Non lo so". Questa volta fu lei a non capire e Santovito chiarì: "Non ci sono nato e non so perché ci sto tornando. Ho passato alcuni anni fra quei monti ...". Ma non raccontò che lassù, in quel paese che lui si ostinava a considerare dimenticato da Dio e dagli uomini, ci aveva fatto il maresciallo.


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