giovedì 12 dicembre 2019

La vita dispari - Paolo Colagrande

La vita dispari è un gran bel romanzo.
E' arrivato nella cinquina finale del Campiello 2019 e si è aggiudicato il Premio Campiello Selezione Giuria dei Letterati.
Non è un romanzo semplice, né per il tema, né per lo stile.
Protagonista è tal Buttarelli, un uomo comune - come già il nome sottolinea - che vive una vita totalmente anonima in una città non meglio identificata e che non a caso è definita "mediopoli". Tutta la sua esistenza si snoda attorno a via Furio Muratori, fra i cui bar, rivendite di tabacchi e grigi caseggiati assistiamo alla parabola umana di un personaggio così mediocre e così a suo agio nei propri difetti da poter rappresentare la quintessenza di ciascuno di noi.
Buttarelli, precocemente orfano, studente dai risultati non brillanti, taciturno, introverso, incapace di relazionarsi col mondo, ha una sola peculiarità: riesce a leggere e a comprendere solo il lato destro di un libro aperto - indi la pagina dispari; più in generale, laddove vi sia una qualunque linea di demarcazione, lui sa decifrare solo la parte a destra della linea predetta.
Non solo. Buttarelli ha l'ossessione per le differenze e le divisioni, che non riesce a metabolizzare, forse conseguenza della neurologica predisposizione del suo cervello a percepire solo una metà del tutto. 
Prima fra tutte la distinzione fra maschio e femmina.
Altra sua caratteristica, mutuata dagli insegnamenti materni, è la "vocazione al disinteresse" per le cose del mondo, a "registrare tutto senza focalizzare", nonché la studiata intenzione - per vivere una vita al riparo da grossi problemi - di essere se stesso solo in una percentuale minima, non più del trenta percento. Percentuale destinata a ridursi col progredire della storia.
Come a dire: imparare a mimetizzarsi per garantirsi meno inciampi possibili.
La vedova Buttarelli è un genitore altrettanto deficitario sotto il profilo delle abilità sociali; con il figlio intrattiene un dialogo solo epistolare anche se i due sono conviventi, retaggio degli anni in cui Buttarelli - ragazzino - frequentava un convitto scolastico.
L'imperturbabile bidella Cleofe, la Maribél (preside delle scuole elementari Dioscoride Polacco, virago dell'educazione massimalista), l'amico Gualtieri (fonte diretta e a tratti voce narrante assieme al di lui nipote), "l'Eustrella" (la ragazza di cui si innamora senza essere ricambiato), la compagna di classe Ottilia (con cui intravede le prime gioie della carne), il Fulgenzio (fidanzato della vedova Buttarelli ed ex viveur), la futura moglie Ciarma Schwarz ("alta come una torre e vestita come un'educatrice svizzera"), la figlia Svezia (totalmente anaffettiva), i fratelli Landemberger  (titolari dell'omonima rivendita di sali e tabacchi su via Furio Muratori), il sedicente gastroenterologo Orrigoni Scollamecca  (impostore patentato sfuggito all'ospedale psichiatrico): sono solo alcuni degli esilaranti personaggi, al limite del parodistico, attraverso i quali vengono raccontate le rocambolesche vicissitudini umane, professionali e sentimentali di questo "uomo comune", gettato sulla roulette come una biglia impazzita da un'entità suprema e misteriosa, un po' cattiva e curiosa di vedere come la sua creatura più complessa saprà barcamenarsi fra le intemperie del vivere quotidiano.
Il tono talvolta è epico, talaltra sarcastico, sempre ironico e godibilissimo: i virtuosismi verbali che utilizza il narratore - che si è detto essere il nipote del Gualtieri, amico intimo di Buttarelli, con qualche incursione del Gualtieri medesimo - non affaticano la prosa, la rendono - al contrario - contemporaneamente alta e farsesca.
La sua fine non sarà più meschina del resto della sua esistenza, parabola umana di un individuo insignificante, che la benevolenza cosmica non ha voluto mai baciare, e nelle cui idiosincrasie - ogni tanto - ci ritroviamo tutti.
INTELLIGENTE 📖📖📖📖📖

Il libro in una frase:
"In realtà tutto è già confuso all'origine, gli opposti non esistono: il buono e il cattivo, il diavolo e il santo, la sofferenza e la gioia sono tinte di uno stesso quadro, visuali diverse di uno stesso paesaggio. Ma il cervello non lo capisce: si è organizzato nell'equivoco della divisione, della demarcazione, e quindi del pareggio, e non torna indietro ... la vita in pareggio è un concetto finto, commercialistico. E' giusto specificarlo ora e qui, tra parentesi, senza pretese dottrinali, come traccia e come provvisorio riepilogo. Chiusa la parentesi"









Nessun commento:

Posta un commento

Verso Nord -Willy Wlautin

VERSO NORD Autore: Willy Vlautin Editore: Jimenez – Collana Narrativa Anno edizione: 2022 Anno prima edizione in lingua originale:...