giovedì 25 novembre 2021

Reo Confesso - Valerio Varesi

 

REO CONFESSO

Autore: Valerio Varesi

Editore: Mondadori – Collana Il Giallo Mondadori

Anno edizione: 2021

Genere: Narrativa italiana moderna e contemporanea, noir

Pagine: 352

Valutazione: 5*

Consigliato: a chi ama i noir filosofici e speculativi e le brumose atmosfere della provincia italiana, cariche di misteri irrisolti

Il 2021 ci ha regalato Reo Confesso il sedicesimo episodio della serie noir ambientata a Parma a firma dello scrittore e giornalista Valerio Varesi, con protagonista il commissario Franco Soneri, portato al successo anche dalla fortunata fiction televisiva Nebbia e Delitti interpretata da Luca Barbareschi.

Siamo a ottobre del 2019 e il commissario Soneri, mentre passeggia per il parco Cittadella di Parma, si imbatte in un uomo addormentato su una panchina. Convinto che si tratti di un disperato, rimasto senza casa e in preda a un malore, si avvicina per prestare soccorso. L’uomo non è affatto un clochard e dichiara di aver commesso un omicidio come “atto di giustizia”. Non quella che si amministra nei tribunali, e che si applica a seguito della violazione di una disposizione del codice, bensì la superiore istanza che impone di punire chi si macchi di violazioni dei principi morali universali, non sanzionabili da norme scritte.

“Non c’è nessuna legge che tuteli dai soprusi, dalle prepotenze, dall’approfittare del prossimo. Si può essere delinquenti senza aver mai commesso un reato” afferma l’uomo della panchina, e Soneri ammette: “Certo, il mondo è pieno di rispettabili criminali. Delinquenti a norma di legge”.

La vittima – Giacomo Malvisi detto James - è un consulente finanziario che ha sperperato i capitali dei propri clienti riducendoli sul lastrico e il reo confesso è proprio uno dei truffati: Roberto Ferrari, così si chiama l’uomo della panchina, è un cittadino irreprensibile impegnato nel sociale che - a causa delle malversazioni di James - ha visto volatilizzarsi i fondi raccolti per realizzare un ospedale pediatrico in Africa.

Il caso sembra risolto ma Soneri è un investigatore di razza e sospetta che dietro alla confessione e al relativo movente si celi una realtà molto diversa.

 A complicare la situazione ci si mette pure la sua compagna – Angela Cornelio – valente penalista del locale foro che viene nominata difensore di fiducia dall’indagato. I rapporti fra Soneri e Angela sono giocati sul filo della deontologia delle rispettive professioni. Angela ha informazioni riservate, che non può fornire all’investigatore, ma invita Soneri – in maniera velata – a dare retta al proprio istinto da segugio, ad ampliare le verifiche, nonostante le risultanze sulla scena del crimine inducano a confermare le dichiarazioni del Ferrari.

I personaggi si muovono sullo sfondo di un’Italia ancora incredula, in cui i media cominciano a diffondere notizie sempre più allarmanti in relazione a un virus influenzale che sta mietendo vittime in Cina e pare stia approdando in Occidente: le corsie ospedaliere piene di malati, i focolai della prima ora, l’obbligo di coprire le vie aeree, i tamponi come profilassi e metodo di tracciamento del contagio sono i segnali di uno scenario surreale e apocalittico che è ancora di là da venire.

Si respira aria di tragedia incombente un passo prima che deflagri il morbo, di incredulità per le misure di contenimento ancora in fase di elaborazione; aleggia il timore di chiusure delle attività produttive, di isolamenti domiciliari obbligatori, di restrizioni della libertà personale per ragioni di tutela della salute pubblica.

Lo stesso Soneri è lambito dalle notizie che irrompono in TV così come nei corridoi della Questura e sembra accettare con umana insofferenza l’obbligo di indossare la mascherina, da vecchio anarchico e libertario quale è sempre stato.

Varesi scrive un giallo à rebours nella miglior scuola di Durrenmatt, colonna del poliziesco mitteleuropeo cui non per niente l’autore ha fatto espressamente riferimento nel corso delle presentazioni del romanzo; si parte da un delitto e da un colpevole presunto per risalire - attraverso un’indagine fatta di suggestioni ambientali, impressioni colte negli interrogatori, appostamenti, pedinamenti e non solo analisi scientifiche – all’accertamento dei fatti, di modo che la realtà storica e quella processuale collimino perfettamente.

Quella di Varesi è anche una profonda analisi del rapporto che intercorre tra il diritto e la giustizia, tra le leggi e quella tavola di valori universali che governano l’agire al di là delle contingenze spazio-temporali.

E’ una riflessione malinconica e dolente sulla solitudine che attanaglia l’uomo contemporaneo, su quel nocciolo intimo, assolutamente inscalfibile, che neppure chi ci ama può penetrare.

“E’ così difficile, poter affidarsi completamente a una persona, anche a chi ti è più vicino. C’è sempre qualcosa di impenetrabile che ti respinge. In definitiva, ogni volta si resta soli. Ci si illude soltanto”

E’ infine una fotografia lucida e disincantata dell’Italia e più in generale della civiltà occidentale colta nel momento in cui la pandemia è ancora un’ipotesi, un retropensiero che la mente non intende ragionevolmente accettare, prima che l’inimmaginabile diventi realtà.

Il libro in una citazione

“I reati non sono solo quelli che perseguite voi. I vostri sono una minima parte e almeno hanno una punizione a norma di legge. Ma gli altri? Quelli per cui non c’è un articolo, un comma o un paragrafo che possa esprimere una condanna?”

https://www.letsbook.org/2021/11/09/reo-confesso/

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