lunedì 22 marzo 2021

La signorina Crovato - Luciana Boccardi


LA SIGNORINA CROVATO

Autore: Luciana Boccardi

Editore: Fazi – Collana Le strade

Anno edizione: 2021

Genere: Narrativa italiana contemporanea

Pagine: 340

Valutazione: 4*

Consigliato: a chi ama i memoir e le saghe familiari

Luciana Crovato alias Boccardi, decana del giornalismo e storica della moda e del costume, ci regala con questo delizioso romanzo – primo di una trilogia, secondo quanto ha dichiarato in diverse interviste - la sua autobiografia fino ai 18 anni.

Figlia di due musicisti diplomati al Conservatorio, nipote del famoso tenore Gianni Masin Crovato, Luciana nasce a Venezia nel 1932 in un contesto familiare colto ma povero. Il padre Raoul, clarinettista, antifascista e anticlericale, viene estromesso dai circuiti musicali a causa dell’adesione al bolscevismo:

“Al di sopra di ogni valore, per tutta la vita, Raoul tenne fede al suo credo politico e alla sua formazione libera, atea, che si confermò anche in punto di morte, con il rifiuto di qualsiasi suggestione religiosa”

e ancora:

Sulla definizione di antifascisti veri e antifascisti di comodo papà insisteva sempre molto, nelle pagine del suo dossier. Per lui solo i comunisti (e a stento i socialisti) erano i veri nemici di Mussolini. Quanto a Dio, l’unico che aveva era Stalin, <guida sicura, intelligente, indispensabile al mondo per tornare alla normalità>. Non poteva immaginare di quali crimini si stesse macchiando anche quel dio”.

Vittima di un incendio che lo lascia sfigurato e cieco, Raoul sarà il punto di riferimento della protagonista, affascinata dalla sua cultura non meno che dalle sue idee atee e profondamente libertarie.

Luciana conosce sin da piccola le privazioni, economiche ma anche affettive. Viene allontanata e mandata a vivere in campagna per un lungo periodo, mentre la madre assiste il marito in ospedale.

Raoul rischia a più riprese di morire e affronta una convalescenza impegnativa, che lo lascia stremato nell’animo, deturpato nel fisico e inabile al lavoro: le sue disavventure lo condurranno a uno stato di prostrazione che sfocerà nell’alcolismo e nella depressione.

In questo contesto di difficoltà e di separazione, la bimba impara a essere indipendente e a contare solo sulle proprie energie e capacità:

“Fu allora, forse, che cominciai a adottare quella tecnica che mi avrebbe accompagnato per tutta la vita. Funziona un po' come nel judo: se tu vuoi spingermi, io mi lascerò cadere prima che tu te ne accorga, così ti destabilizzerò e potrò decidere come difendermi. Tu mi abbandoni? Allora sono io che non ti voglio, e non ti voglio più per davvero. Sì, forse è cominciata così”.

Cresce forte, brillante, generosa, ottimista e assertiva, pronta ad adattarsi a svolgere mille piccoli lavoretti e a contribuire con impegno sincero alle necessità del clan familiare, fino a quando approderà alla grande occasione di un impiego sicuro presso un’Istituzione prestigiosa.

Intanto, intorno a lei sale come una marea mefitica lo spettro del fascismo: sono gli anni della guerra, della perdita delle illusioni patriottiche, della fuga delle camicie nere della prima ora, capaci di reinventarsi quando inizia a soffiare il vento della sconfitta; sono anche gli anni della Resistenza, della Decima Mas e delle violenze dei repubblichini, ultimi illusi propugnatori di un sistema di valori nefasto che ha mostrato tutti i propri limiti e che è destinato a essere sconfessato.

Luciana Boccardi racconta con dovizia di particolari l’infanzia e la giovinezza, tra l’entroterra padovano e le calli di una Venezia affascinante anche nell’ora più buia della guerra.

Con una lingua ricca ma mai ampollosa, uno stile fresco e sbarazzino, dipinge un quadro a tinte forti dell’Italia della prima metà del Novecento, senza inutili idealizzazioni dei personaggi che, anzi, vengono colti nella loro dolente umanità: il tutto sempre tenendosi lontana dalla retorica di certi memoir.

Traspare, in ogni considerazione a margine dei principali eventi narrati, l’animo poetico e delicato della protagonista, profondamente legata alle proprie radici e all’amata figura paterna, con cui ha intessuto un rapporto di complicità, quasi simbiotico:

“Mio padre era l’approdo, il porto sicuro, l’Onnipotente. Era l’unico in cui credevo: era la forza della sua intelligenza che, ai miei occhi, lo rendeva un eroe”.

L’autrice ha saputo raccontare con taglio documentaristico e oggettivo la composta dignità dei suoi familiari, il senso di ingiustizia per le discriminazioni patite e quello rivalsa dopo la caduta di Mussolini e dei suoi accoliti: esperienze dure, che ne hanno fatto una donna versatile, capace di reagire con audacia alle intemperie della vita.

Il libro in una citazione

“Ma lei”, gli chiese un giorno il nonno, <di tutto l’universo, salva solo gli artisti e gli intellettuali?>. <Si> fu la risposta inesorabile di mio padre, da marxista- stalinista qual era. <Oltre a tutti gli onesti di testa e di cuore: ovvero i lavoratori!”

https://www.letsbook.org/2021/03/12/la-signorina-crovato-il-coraggio-di-una-bambina-daltri-tempi/

La città del peccato - A. A. Dhand

Il nuovo romanzo di A. A. Dhand - autore britannico di origini asiatiche - è parte di una serie ambientata a Bradford, un tempo importante centro tessile nel West Yorkshire dove si respira aria di crisi economica, dismissione industriale e i conflitti interreligiosi sono all'ordine del giorno.

L'ispettore Harry Verdee - indiano sikh sposato a una pakistana di fede musulmana - vorrebbe ricucire un rapporto con la famiglia di origine che lo ha estromesso a causa della sua scelta sentimentale:

"Harry era sikh, Saima musulmana: secondo i genitori di entrambi, ognuno di loro due aveva sposato il demonio".

I due stanno crescendo un figlio, Aaron: "non è indiano né pachistano. Nè musulmano, né sikh. Sarà quello che vorrà quando sarà grande abbastanza da decidere".

Harry si trova a dover investigare sul brutale omicidio di una giovane asiatica trovata appesa con del filo spinato alla balaustra di un'antica libreria del centro dove lavorava come commessa.

Da subito risulta chiaro che il cadavere porta con sé un messaggio diretto a Verdee in prima persona: è un affare personale, tra lui e l'assassino, che cela la propria identità e tiene sotto controllo i movimenti del detective.

Il numero delle vittime cresce, il tempo stringe.

Inizia una caccia all'uomo tesa, in una città livida, violenta e piena di contraddizioni: una città del peccato - non a caso paragonata a Gotham City - che il killer vorrebbe mondare attraverso le sue azioni violente:

"Il peccato mi circonda, questa è una città di peccatori, una città che sta per imparare una lezione importante. E sarò io a impartirla" dice il killer in un dialogo folle e allucinato con il suo interlocutore e con il lettore.

Il romanzo di Dhand ha un'ambientazione interessante e un taglio a tratti quasi sociologico.

L'autore racconta di un occidente industrializzato con le sue contraddizioni, e dell'incapacità anche della civile terra di Albione di garantire il dialogo e la collaborazione tra diverse fedi religiose. Tuttavia, l'analisi avrebbe meritato un ulteriore approfondimento che avrebbe garantito al libro uno scatto di qualità da semplice thriller di intrattenimento a vero e proprio noir.

Particolarmente riuscito è il personaggio di Verdee, tutt'altro che "eroe senza macchia", che non esita ad aggirare i limiti della legge per perseguire il superiore interesse della Giustizia. 

Gli altri personaggi sono meno intensi ma comunque funzionali a una storia agile, costruita integralmente attorno alla contrapposizione fra i due protagonisti: il killer e il detective.

Quello di Dhand è un occhio attento alla realtà e ai suoi cambiamenti, che lascia  - oltre al piacere di una trama avvincente - anche la possibilità di iniziare a riflettere sulle contraddizioni del nostro tempo. 

Il libro in una citazione 

"Siamo tutti inebetiti. Così abituati a violenze e traumi in tv che ormai non ci importa più niente. Niente ci sconvolge. Non ascoltiamo. E non impariamo, mai. Oggi comincia la settimana più nera di Bradford. Prima che sia finita, tutti ascolteranno, impareranno. E soprattutto, non potranno dimenticare. L'ispettore Virdee sta per scoprire che questo è solo l'inizio".


https://www.milanonera.com/la-citta-del-peccato-a-a-dhand/

mercoledì 10 marzo 2021

Una famiglia felice - Jean Hanff Korelitz

Grace Reinhart è una psicotarapeuta di discreto successo che lavora in proprio e si occupa prevalentemente di crisi di coppia.

E' felicemente sposata con un oncologo pediatrico, Jonathan Sachs, impegnatissimo nel proprio lavoro e apprezzato per le sue doti di umanità e vicinanza con i piccoli malati e le loro famiglie:

"Jonathan ... di fronte a un altro essere umano si trasformava, concentrando sull'interlocutore il faro abbacinante di un'attenzione assoluta e, avvertendone il fascio su di sé, l'altro cominciava a muoversi e orientarsi in direzione di quella meravigliosa nuova fonte di luce".

La coppia ha un figlio, Henry, una vita professionalmente realizzata, un appartamento a New York in zona residenziale, una rapporto sentimentale saldo. Tutto il mondo di Grace ruota attorno al suo lavoro e al microcosmo familiare: le amiche dell'università le ha perse di vista, il padre si è risposato con una donna fredda e un po' distante. La socialità è ridotta all'osso ma perché dolersene? E' la dura vita di due professionisti in carriera, con un figlio da crescere e poco tempo per divertirsi.

Grace sta per lanciare un libro in cui spiega come evitare l'errore di sposare l'uomo sbagliato; suggerisce, forte della propria esperienza, una serie di espedienti utili a riconoscere  i segnali  inconsci che i partner lanciano e che permetterebbero - debitamente ascoltati - di evitare di investire sulla persona sbagliata.

Il manuale di Grace ha il curioso titolo "Avresti dovuto saperlo" ("You should have known" che è poi il titolo originale del romanzo della Korelitz) e sta attirando l'attenzione dell'editoria. Si prepara un lancio in grande stile, con apparizioni televisive e tour nelle principali librerie del Paese:

"quando si tratta di uomini, spegniamo tutti i radar e buttiamo a mare il nostro giudizio istintivo, e solo perché un tizio ci è sembrato carino o ci ha dimostrato un briciolo di interesse"

Per Grace il dubbio è "un prodigioso campanello di allarme" che si deve imparare ad ascoltare anche se questo significa mandare a monte un  fidanzamento:

"il dubbio è un dono del nostro inconscio più recondito" sentenzia senza la minima incertezza. 

Grace, algida signora della upper class newyorkese, non sa ancora che la sua vita sta per scambiare, sconvolta da un errore tanto grave quanto quello commesso dalle sue sprovvedute pazienti in crisi sentimentale.

Si è fidata dell'uomo sbagliato, forse. 

Quando viene ritrovata uccisa la madre di un compagno di scuola di Henry, improvvisamente Grace si trova coinvolta nelle indagini: scopre, parlando con gli investigatori, che suo marito - nel frattempo sparito dalla circolazione - è coinvolto nel brutale omicidio. 

Da quel momento la sua vita diventa una corsa senza fiato alla ricerca della vera identità dell'uomo che ama e che ha scelto come compagno, ben diversa dall'immagine di padre affettuoso e medico ambizioso ma profondamento empatico coi pazienti, abilmente veicolata da Jonathan.

Si insinua il dubbio che Jonathan sia un sociopatico, perverso e manipolatore. 

Grace fugge dalla città travolta dall'onda dello scandalo e tenta di ricostruirsi una vita con suo figlio.

La trama avvincente si srotola davanti al lettore mantenendo un ritmo sostenuto.

La storia - dopo un inizio sonnolento - entra nel vivo grazie a uno stile scorrevole, con diversi periodi caratterizzati dalla presenza di frasi parentetiche che enfatizzano il clima di sospetto, ansia, incredulità. La protagonista, dapprima lucida nell'analizzare i fatti, via via prende coscienza di una realtà scomoda che si sta svelando innanzi ai suoi occhi. Ora Grace è in grado di decifrare numerosi segnali che avrebbero potuto insospettirla. 

Complessivamente il romanzo convince, soprattutto per l'intenzione di raccontare il lato oscuro della vita familiare, quello che talvolta si nasconde dietro alle apparenze e alle buone maniere.

Da questo romanzo, uscito per la prima volta nel 2014, è stata tratta la sceneggiatura della famosa serie Sky The Undoing con Nicole Kindman e Hugh Grant.

Il libro in una citazione

"Jonathan assorbiva le persone. Voleva sapere chi erano, a cosa tenessero davvero e magari anche intorno a quali ferite le loro vite e le loro personalità si fossero formate. Quasi senza eccezione, induceva la gente a parlare del padre morto o del figlio tossicodipendente"

https://www.milanonera.com/the-undoing-le-verita-non-dette-jean-hanff-korelitz/

Verso Nord -Willy Wlautin

VERSO NORD Autore: Willy Vlautin Editore: Jimenez – Collana Narrativa Anno edizione: 2022 Anno prima edizione in lingua originale:...