martedì 9 giugno 2020

Dramma familiare in tre atti. Il testamento Donadieu - Georges Simenon.

Uscito nel 1937, con Il Testamento Donadieu Simenon si cimenta nella saga familiare.
Non c'è un mistero da scoprire, un assassino da smascherare bensì un universo familiare da descrivere nella sua grettezza piccolo borghese.
Quando Oscar Donadieu - patriarca della ricca famiglia di armatori di La Rochelle - muore accidentalmente durante una passeggiata serale al porto, l'universo del clan vacilla. 
Non sarà mai chiarito se si sia trattato di malore, aggressione o suicidio.
Il testamento divide in parti uguali il patrimonio - che vanta attività di pesca, trasporto e smercio di carbone - fra i quattro figli, con vincolo a non liquidare le quote sino al raggiungimento della maggiore età del più piccolo. La vedova  viene di fatto estromessa, essendole attribuito un appannaggio tutto sommato irrisorio.
Ogni erede intraprenderà una diversa strada. 
Michel, il primogenito, privo del nerbo necessario, perderà l'onore e il patrimonio dietro alle gonne di impiegate e ballerine di locali notturni, finendo solo e abbandonato dalla moglie che - scopertasi tisica - lo abbandonerà per fuggire nei mari del Sud con un aitante militare inglese.
Marthe - sposata Olsen - rimarrà con il marito norvegese al comando di un impero destinato a sgretolarsi, sotto il peso dei debiti e della crisi del settore del trasporto.
Kiki - il minore, in ritardo nella crescita corporea - dopo vari tentativi di imbarcarsi su un peschereccio come mozzo si eclisserà con il suo precettore, con il quale ha intessuto un rapporto morboso e sensuale, mai apertamente dichiarato.
Solo la giovane Martine sembra affrancarsi dall'inettitudine degli eredi. Si sposa con Philippe Dargens, spiantato e ambizioso giovanotto privo di adeguato lignaggio, che si insinua nel gruppo familiare arrivando a prendere il comando. Con i suoi traffici al limite della legalità e la sfrontatezza da giocatore d'azzardo, arriverà a fondare una florida società di trasporti di materie prime, con sede a Parigi, rischiando la bancarotta.
Nessuno dei protagonisti si salva, ognuno è meschino, attaccato al lusso e alle liturgie familiari che il patriarca ha imposto, inchiodato all'immagine di sè coltivata con pervicacia nella buona società.
Forse il più tragico dei personaggi e proprio la vedova che - vistasi assegnare una magra liquidazione - si vendica di anni di vita contegnosa, e comincia a godersi una seconda giovinezza, fatta di vacanze nel Midi, soggiorni a Parigi, amicizie altolocate, indebitandosi senza ritegno.
Resta fino all'ultima pagina il mistero della morte del capofamiglia, che ha dato il via a un turbine di eventi nefasti, quasi a volerci dire che non è solo una famiglia a tramontare, ma tutto il mondo borghese che essa rappresenta.
E' l'alba di una nuova epoca, nella quale non vi è più posto per rendite di posizione: è un mondo in cui i Donadieu non sanno muoversi né ricollocarsi, legati indissolubilmente alle tradizioni della borghesia di provincia, in declino.
Il tema è ambizioso e l'autore lo ha saputo cogliere, da profondo conoscitore dell'animo umano quale si è dimostrato in tutte le sue opere.
Ogni personaggio è perfettamente descritto, con le sue ambizioni, le idiosincrasie, i tormenti interiori, le afflizioni, accomunato agli altri dall'incapacità di destreggiarsi di fronte alle asperità della vita: i Donadieu hanno prosperato chiusi in una torre d'avorio che li ha tenuti al sicuro, ma che li ha anche resi inadatti a destreggiarsi quando il vento della fortuna ha cambiato direzione. 
Bella l'idea di suddividere il romanzo in tre ambientazioni: La Rochelle, culla di tradizioni commerciali, dove la tragedia ha inizio, Saint Raphaël, dove i superstiti cercano di reinventare il proprio stile di vita, e infine Parigi, centro politico e dei commerci internazionali, cuore della Francia dove una generazione totalmente rinnovata di uomini d'affari sta ponendo le basi del nuovo ordine internazionale, in cui la parabola esistenziale arriverà all'inevitabile drammatico epilogo. 

Il libro in una frase
"Mai i Donadieu si erano messi in mostra con un gesto imprevisto. I loro movimenti erano predisposti in modo così rigido che avrebbero potuto scandire la vita della Rochelle con la stessa precisione delle lancette del grande orologio della Torre"


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