lunedì 13 aprile 2020

Breve storia del mio silenzio - Giuseppe Lupo. Della potenza delle parole

Questo bel memoir candidato allo Strega 2020 racconta una storia di emigrazione, emancipazione e riscatto culturale e professionale. 
Giuseppe ha quattro anni quando la madre lo informa che avrà presto una sorellina.
Bambino sensibile e decisamente precoce, questo evento gli crea un blocco psicologico della parola, che supererà con gli anni.
Da qui prende l'avvio il racconto dell'infanzia in Lucania, terra di leggende, riti ancestrali e selvaggia bellezza, dove Giuseppe cresce in una famiglia di maestri elementari, a stretto contatto con gli intellettuali che frequentano i genitori. La madre è per una pedagogia severa, il padre un progressista cultore delle lettere e organizzatore di circoli letterari, eventi e gruppi di studio in una Lucania ancora fortemente arretrata ma che sente vivo il richiamo al futuro.
Il futuro è Milano, illuminata e illuminista, lontana - e non solo geograficamente - come fosse oltreoceano. 
La Lombardia in piena industrializzazione è come l'America: la terra promessa, delle opportunità da non mancare, una sorta di civiltà dell'oro in cui la famiglia lancia i due figli.
Giuseppe sin da piccolo fa esperienza del potere delle parole, della loro capacità catartica.
Il timore di non trovarne di efficaci attanaglia la sua giovinezza di studente della Cattolica, che rispettosamente si abbevera alla fonte dell'intellighenzia in transito per la capitale industriale d'Italia negli edonistici anni Ottanta.
Giuseppe matura la propria vocazione alla scrittura, tenta di pubblicare, nel frattempo diventa padre. Realizzerà il suo sogno americano grazie all'incontro con Raffaele Crovi, divenuto suo mentore, e poi grazie alle Edizioni Marsilio di Cesare De Michelis.
Sullo sfondo il terremoto del 23 novembre 1980, la Milano da bere, la periferia industriale lombarda che rimanda agli spazi di solitudine esistenziale dipinti da Hopper, e quel fiero senso di meridionalità, di appartenenza a una cultura antica, punto di partenza per un viaggio interiore alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Un piccolo grande romanzo di formazione, commovente senza essere retorico, pieno di nostalgia, di quel dolce dolore che accompagna i ricordi.
Candidatura meritata.
📖📖📖📖 MEMOIR COLTO E INTENSO

Il libro in una frase
"Tutto ciò che veniva impresso sui fogli mi dava la sensazione di correre dentro una grande libertà: non quella della penna sui quaderni, ma quella delle storie non ancora raccontate"


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